Da Bruxelles un via libera condizionato. A gennaio un nuovo esame sul bilancio

Da Bruxelles un via libera condizionato. A gennaio un nuovo esame sul bilancio
di Antonio Pollio Salimbeni
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Giovedì 20 Dicembre 2018, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 08:30
BRUXELLES Il caso è chiuso. Però solo provvisoriamente. Perchè se per ora l'Italia ha superato la barriera evitando la procedura per violazione delle regole di riduzione del debito, il faro puntato sulle mosse del governo resterà costantemente acceso. «La Commissione continuerà a seguire l'andamento del bilancio in Italia, ed in particolare l'esecuzione del bilancio 2019, nel contesto del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche». Si conclude così la lettera del terzetto Juncker-Dombrovskis-Moscovici a Conte e Tria. E ancora: «Se le cose non dovessero andare per il verso giusto, possiamo riaprire il dossier Italia a gennaio», ha spiegato il vicepresidente Dombrovskis. Come dire: se la legge di bilancio non sarà coerente con l'accordo dalla prima all'ultima cifra e se in futuro non fosse attuata «pienamente», Bruxelles è pronta a riaprire la pratica procedura. Questo la dice lunga sul fatto che ai piani alti di Palazzo Berlaymont, dove ha sede l'esecutivo comunitario, mentre si respira soddisfazione per l'accordo, non si nasconde che la preoccupazione per il caso italiano resta.

La soluzione trovata per evitare all'Italia una procedura che avrebbe aggravato le tensioni Roma-Bruxelles, è sul filo delle regole. Nessuno lo dice a Palazzo Berlaymont, ma sono in molti a pensare che il rischio per il paese di trovarsi presto in una posizione di violazione del patto di stabilità è elevato.

FALCHI E COLOMBE
«Resteremo vigili e perseguiremo un dialogo che è approfondito ma sempre costruttivo», dice Moscovici. Il quale si vuole sempre colomba' rivendicando il ruolo di pontiere', di facilitatore di accordi e non produttore di punizioni nell'interesse dell'Europa e dell'Italia.

Più esplicito sui rischi il suo collega Dombrovskis, definito un falco' ma che ieri nella riunione della Commissione ha sostenuto con forza la necessità di sdoganare l'accordo. Pochi i commissari apertamente critici, come il tedesco Oettinger e l'austriaco Hahn, diversi i dubbiosi specie quelli provenienti dal Nord Europa. «Siamo chiari, questa non è una soluzione ideale, ma a questo stadio evita l'apertura di una procedura e corregge la situazione di seria violazione del patto di stabilità», sostiene il vicepresidente responsabile dell'euro. Adesso il bilancio italiano «si fonda su uno scenario economico plausibile, non ultraottimistico». La correzione al ribasso delle stime di crescita è stato uno degli scogli più ardui da superare: per il governo era diventato un feticcio. Ma nel gioco sui numeri, alla fine è stata scelta la previsione di Bankitalia.
Bruxelles ha dei timori sulla capacità/volontà del governo di attuare la manovra prima bocciata e poi corretta, ma è anche critica sulla sua qualità. «La composizione delle misure annunciate e il bilancio nel suo complesso suscitano tuttora dei dubbi, una parte sostanziale deriva dal rinvio dell'entrata un vigore del reddito di cittadinanza e della retromarcia sulle riforme delle pensioni e ciò vuol dire che quando le misure saranno operative comporteranno costi più alti in futuro», dice Dombrovskis. Di qui l'idea degli aumenti dell'Iva nel 2020-2021 per compensare quei costi. Un paletto che per ora è solo annunciato, facendo finta che basti.
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