Nel resto del Vecchio Continente, le Borse europee hanno chiuso in calo una seduta trascorsa con il freno a mano tirato (Parigi -0,55%, Francoforte -0,36%, Madrid -0,2% circa e Londra +0,19%) con le tensioni sulla Brexit: l'Europa si è trovata stretta tra l'ansia per la prospettiva di un no-deal, che ha portato la sterlina ai minimi da ottobre 2016, e l'inasprirsi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. I nuovi dazi sono scattati il primo settembre e il presidente americano Donald Trump ha nuovamente attaccato Pechino, pur confermando che il dialogo prosegue.
Sul Ftse Mib, utility e banche a corrente alternata (Bper +1,67%, più deboli gli altri grandi istituti). La peggiore è stata Cnh Industrial (-3,46%, +13% la settimana scorsa): era arrivata a guadagnare più del 2% dopo la presentazione del piano industriale e la conferma dello spin-off di Iveco, poi sono scattate le prese di beneficio.
A passo rapido invece Prysmian (+1,11%), che punta a rafforzarsi nel mercato dei cavi e dei sistemi per l'eolico offshore. Bene Fca (+0,88%, ma saliva del 3%), che accelera su voci possibili modifiche alleanza Nissan-Renault. Sul fronte valutario l'euro resta sui livelli di ieri e passa di mano 1,096 dollari (1,1093 all'avvio, 1,0963 ieri) e vale 115,992 yen, mentre il dollaro-yen è pari a 105,828. La sterlina è scesa sotto la soglia di 1,2 rispetto al biglietto verde, fino a un minimo di 1,1971, per poi risalire a 1,2085.
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