Coronavirus, in arrivo il bonus mobilità da 1.500 euro
si potrà comprare l'E-bike per muoversi in città nella fase 2

Coronavirus, con l'E-bike per muoversi in città nella fase 2 dell'emergenza: bonus mobilità da 1.500 euro
di GIUSY FRANZESE
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Venerdì 24 Aprile 2020, 14:09 - Ultimo aggiornamento: 15:51

Ci vorrà ancora qualche settimana, al massimo un mese. Poi il promesso e quasi dimenticato bonus mobilità - quello dei 1.500 euro in cambio della rottamazione di una vecchia auto (fino a euro 3) da spendere in abbonamenti per il trasporto pubblico locale, car sharing e/o acquisto di biciclette semplici o a pedalata assistita - diventerà operativo. La norma era nata per decongestionare le città dall’inquinamento delle polveri sottili. Adesso, con l’avvio della fase 2 in presenza di rischi di contagio da coronavirus ancora elevati, potrebbe essere estremamente utile anche per aiutare la mobilità urbana, che si prospetta particolarmente complicata con la riduzione della capienza dei mezzi del trasporto pubblico locale. Via la vecchia auto o quella specie di catorcio di motorino parcheggiato sotto casa da mesi, e vai con l’acquisto senza sborsare un centesimo di una bicicletta, magari a pedalata assistita che in città con salite e discese come Roma ad esempio è un vero toccasana.

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Il decreto attuativo elaborato congiuntamente dai ministeri dell’Ambiente, dei Trasporti, dello Sviluppo Economico e dell’Economia, è praticamente pronto. Servono ancora i passaggi per i pareri consultivi in conferenza Stato Regioni e con il Garante della Privacy. E poi - se il governo ne ha ancora la volontà politica - il provvedimento finalmente può diventare operativo. Produttori e concessionari sono pronti. E i soldi sono stati già stanziati con il decreto Clima varato a fine 2019, in totale sono 255 milioni di euro: 5 milioni di euro erano in conto all’anno 2019, ma ovviamente non sono stati spesi (saranno recuperati negli anni successivi, assicurano fonti ministeriali); 70 milioni per gli anni 2020 e 2021, 55 per il 2022, 45 per il 2023 e 10 per il 2024, raccolti in un fondo denominato “Programma sperimentale buono mobilità”.

COME OTTENERE IL VOUCHER
Il meccanismo dovrebbe essere questo: chi decide di rottamare il suo vecchio veicolo (auto fino a euro 3 e ciclomotori omologati fino alla classe euro 2 ed euro 3 a due tempi) in cambio del bonus, deve rivolgersi ai rottamatori che hanno aderito all’apposito convenzione con la Motorizzazione civile. Dopo che il certificato è stato inserito nell’elenco della Motorizzazione civile, al cittadino arriverà un bonus elettronico: 1.500 euro nel caso abbia rottamato un’automobile, 500 euro se si tratta di un motorino. Il voucher potrà essere speso entro tre anni per abbonamenti ai trasporti pubblici, per l’acquisto di una bicicletta (anche a pedalata assistita), per la micro-mobilità condivisa (il cosiddetto sharing di auto e ciclomotori per lo più elettrici e biciclette).

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I PRODUTTORI
Tra le procedure da espletare affinché la norma sia davvero operativa, ci sono anche una serie di accordi e protocolli da siglare con le associazioni dei produttori più rappresentative che devono accettare i bonus come pagamento. I produttori di biciclette sono pronti. «Abbiamo insistito noi affinché il voucher potesse essere speso anche per l’acquisto di biciclette» racconta Paolo Magri, presidente di Confindustria Ancma. «Adesso auspichiamo che vada avanti. Il mercato ne ha assolutamente bisogno e, con l’emergenza sanitaria, le due ruote diventano i mezzi migliori per la mobilità urbana. A maggior ragione se è vero, come sembra, che i mezzi pubblici per mesi dovranno viaggiare a capienza dimezzata». Nonostante quasi due mesi di lockdown delle fabbriche in questo momento le scorte di magazzini e concessionari sono consistenti per soddisfare l’eventuale domanda aggiuntiva dovuta al bonus. «Prima dello scoppio dell’epidemia ci stavamo già attrezzando per il picco di vendite stagionali, che è appunto quello primaverile/estivo» conferma Magri.

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LA RACCOMANDAZIONE
«Il ruolo essenziale della bicicletta» è al centro della missiva, datata 20 aprile 2020, che lo staff tecnico del ministro dell’Ambiente ha inviato ai ministeri Trasporti e dello Sviluppo Economico, per suggerire una serie di linee guida e strategie da adottare nella fase 2 dell'emergenza sanitaria. Si tratta di raccomandazioni per evitare che le città si possano ritrovare invase dalle auto private di chi non può o non vuol usare i mezzi pubblici per mantenere il dovuto distanziamento sociale. Si parla di creazione di corridoi preferenziali per le biciclette; di incentivi del bike e car sharing dietro opportuni sistemi di sanificazione; di agevolare forme di intermodalità dai mezzi che coprono distanze più lunghe (treni, metropolitane, auto) al cosiddetto “ultimo miglio” da percorrere in bici o in micromobilità (monopattini ad esempio).

I PREZZI
Ma con 1.500 euro di bonus si riesce ad acquistare una bici elettrica? Navigando tra i principali siti di e-commerce sembrerebbe proprio di si. Si trovano modelli molto economici, anche intorno ai 500 euro. Per cui resterebbero i soldi anche per abbonarsi alle piattaforme di mobilità condivisa, da utilizzare magari per percorsi un pò più lunghi o quando piove. I prezzi di una bicicletta a pedalata assistita possono variare molto in funzione di vari fattori: potenza, modello, tipo di motore, batteria e marchio di produzione. Bisogna comunque distinguere tra ebike e la bici a pedalata assististita. L’e-bike è assimilabile ad un piccolo scooter da 50cc, che funziona anche senza pedalare ed arriva a velocità di 50-60 km/h. La bici a pedalata assistita ha una spinta elettrica che parte solo quando pedalando si arriva a 25 km/h e un motore che non supera i 250W. In Europa sono chiamate pedelec. La scelta è molto vasta: ci sono ad esempio quelle pieghevoli, e quelle adatte ad un utilizzo più estremo, vere e proprie mountain bike. Comunque con 1.500 euro si riesce a trovare sul mercato un prodotto abbastanza buono.

I BENEFICIARI
Il bonus mobilità, comunque - è bene ricordarlo - non spetta a tutti i cittadini, ma solo a quelli che vivono nelle città nella lista nera Ue per lo smog (procedimento di infrazione comunitaria in materia di inquinamento). Si tratta in ogni caso di 3.134 comuni (tra cui tanti capoluoghi di provincia) e circa 25 milioni di italiani. A ogni modo vi rientrano quasi tutte le grandi metropoli, da Roma a Milano, da Torino a Firenze, da Bologna a Taranto, da Genova a Palermo.

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