Bonus matrimonio, sì ai fondi per le imprese, no alla detrazione fino a 6mila euro per gli sposi

Bonus matrimonio, sì ai fondi per le imprese, no alla detrazione fino a 6mila euro per gli sposi
di R.Ec.
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Lunedì 12 Luglio 2021, 17:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 18:45

Non passa la proposta di un nuovo bonus per tutte le coppie che si sposano (senza alcun limite di Isee). In Commissione Bilancio alla Camera l'emendamento proposto tre giorni fa al Dl Sostegni bis è stato riformulato. Rimangono, però, i contributi a fondo perduto per le imprese del settore wedding.

Il Decreto, che doveva essere approvato a Montecitorio in settimana, è tornato in Commissione per problemi di copertura economica su alcuni fronti, come segnalato dalla Ragioneria dello Stato. Il via libera definitivo, però, deve necessariamente arrivare entro il 24 luglio in entrambi i rami del Parlamento. Con i sostegni alle imprese nel campo dell'organizzazione dei matrimoni il governo Draghi prova ad aiutare un settore letteralmente messo in ginocchio dalla pandemia da Covid-19.

Bonus matrimoni, la detrazione per gli sposi saltata all'ultimo

Per chi si sposa l'emendamento originale al Dl Sostegni bis prevedeva una detrazione del 25% (cioè da sottrarre all'Irpef da pagare) sulle spese per la cerimonia, fino a un massimo di 25mila euro. La somma più alta, dunque, sarebbe stata pari a 6.250 euro. La misura doveva valere anche per il 2022 e il 2023.

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L'idea era di fa detrarre le spese per: il wedding planner, i vestiti degli sposi, i servizi di ristorazione e catering, i fiori, l'affitto dei locali, il servizio fotografico, l'acconciatura dal parrucchiere e l'estetista. Il tutto si sarebbe potuto fare con una comunicazione all'Inps entro 60 giorni dalla data del matrimonio, che andava validato dal punto di vista civile. Una pratica piuttosto semplice, quindi, che sia il singolo che il datore di lavoro poteva fare. Ma la modifica è saltata all'ultimo, mentre il Decreto era in fase di revisione in commissione.

I contributi a fondo perduto per le imprese e il congedo matrimoniale

Il nuovo emendamento prevede però contributi a fondo perduto per le imprese operanti nei settori del wedding, dell'intrattenimento, dell'organizzazione di feste e cerimonie e dell'Hotellerie-restaurant-catering (Horeca). In tutto per il 2021 sono previsti 60 milioni di euro, di cui 10 solo per le aziende Horeca e altri 10 per chi si occupa di intrattenimento e organizzazione di feste e cerimonie diverse dai matrimoni. Per quest'ultimi, quindi, lo stanziamento è di circa 40 milioni di euro

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I criteri e le modalità per richiedere il contributo saranno stabiliti entro 30 giorni dall'approvazione definitiva del Dl Sostegni bis.

In ogni caso si dovrà tenere in considerazione il calo di fatturato nel 2020 causa Covid. Si calcolerà quindi la variazione tra gli incassi dell'annus horribilis della pandemia e quelli del 2019.

Per gli sposi, però, rimane il già previsto congedo matrimoniale, erogato come prestazione previdenziale dall’Inps. Si può utilizzare entro 30 giorni dopo la data dell'unione (sempre di qualsiasi tipo) e consiste in un numero variabile di giorni di retribuzione (sottraendo una piccola percentuale a carico del lavoratore), per entrambi i soggetti che si sposano. Chi ne usufruisce deve avere un rapporto di lavoro di almeno 15 giorni nei 90 precedenti al matrimonio e non deve essere: dipendente di aziende industriali, artigiane e cooperative con qualifica di impiegato, apprendista o dirigente.

 

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