Bonus famiglie, cosa cambia nel 2022 con l'assegno unico: chi ci guadagna (e chi ci rimette)

Domande al via dal 1° gennaio 2022, iter abbastanza semplice

Bonus famiglie, cosa cambia nel 2022 con l'assegno unico, domande dal 1° gennaio
di R. Ec.
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Martedì 23 Novembre 2021, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 14:49

Dal 1° gennaio 2022 il welfare familiare è destinato a cambiare radicalmente. Via al bonus mamma, bebé, asili nido, assegno ponte e agli altri contributi per i figli, che saranno sostituiti dall'assegno unico universale. Un contributo mensile per tutti con importo variabile in base all'Isee. Quest'ultimo, che garantirà da 50 a 175 euro al mese per ogni figlio minorenne e dai 25 agli 85 euro per i ragazzi dai 18 ai 21 anni, entrerà effettivamente in vigore a marzo, ma le domande potranno essere inviate già all'inizio del nuovo anno. Previste una serie di maggiorazioni.

La procedura per richiederlo sarà abbastanza semplice, senza il groviglio di sconti e agevolazioni ad oggi esistenti. «La misura vale 20 miliardi l’anno», ha spiegato la ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti. Saranno oltre sette milioni i nuclei familiari destinatari.


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Bonus famiglie 2022, quanti soldi arriveranno

Il primo assegno arriverà quando è ancora nel pancione della mamma, a partire dal settimo mese di gravidanza, poi lo accompagnerà per tutto il percorso di crescita fino al compimento del ventunesimo anno di età. Per chi ha un Isee fino a 15.000 euro l’importo dell’assegno sarà di 175 euro al mese a figlio, ovvero 2.100 euro l’anno. Man mano che il reddito sale, il contributo diminuisce: con un Isee più alto di 5.000 euro l’anno (fino a 20.000 euro) l’assegno sarà di 150 euro al mese a figlio, ovvero 1.800 euro all’anno; un Isee fino a 30.000 euro porta l’assegno unico a 100 euro al mese. Sopra i 40.000 euro di Isee la cifra si stabilizza a 50 euro al mese, ovvero 600 euro l’anno. 

Assegno unico: 2.100 euro per ogni figlio

L’assegno sarà erogato anche per i figli maggiorenni a carico, fino al compimento del 21esimo anno d’età: in questi tre anni però la cifra quasi si dimezza, passando ad esempio dai 175 mensili (per i redditi fino a 15.000 euro) a 85 euro. Sono a carico non soltanto i figli che frequentano «un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea», ma anche quelli che svolgono «un tirocinio» o hanno un lavoro con reddito complessivo «inferiore a 8.000 euro annui», oppure sono «registrati come disoccupati e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l'impiego», oppure svolgono «il servizio civile universale».

Assegno unico, le maggiorazioni previste

Sono previste maggiorazioni per le famiglie numerose, dal terzo figlio in poi: 85 euro in più al mese se l’Isee è fino a 15.000 euro; 71 euro in più con Isee fino a 20.000; 43 euro in più con Isee fino a 30.000 euro; 15 euro al mese in più sopra i 40.000 euro di Isee. Previste ulteriori maggiorazioni nel caso in cui entrambi i genitori lavorino (30 euro in più al mese a figlio minorenne con Isee fino a 15.000 euro, poi si riduce gradualmente fino a scomparire a 40.000 euro di reddito) e per i nuclei familiari con 4 o più figli (maggiorazione forfettaria di 100 euro mensili). Per i primi tre anni di applicazione dell’assegno unico, inoltre, è prevista una “maggiorazione transitoria” per i redditi fino a 25.000 euro che nel 2021 hanno percepito l’assegno familiare. 

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Il calcolo degli importi per reddito

Si tratta quindi di aiuti significativi. Prendiamo una famiglia di quattro figli della prima fascia di reddito (fino a 15.000 euro): ogni mese riceverà 970 euro (175+175+260+260+100 di forfait). Anche per i figli disabili sono previste maggiorazioni: se minorenni si va da 105 euro mensili in più in caso di non autosufficienza, a 85 euro in caso di disabilità media; se maggiorenni entro 21 anni la maggiorazione è di 50 euro al mese.

Nel caso di figli disabili l’assegno sarà erogato senza limiti di età, quindi anche dopo i 21 anni. Sono previste maggiorazioni anche per le mamme-baby con meno di 21 anni (20 euro in più a figlio a mese).

Al momento della registrazione della nascita del figlio, sarà l’ufficiale di stato civile a informare le famiglie sull’assegno. Oltre ai cittadini italiani, l’assegno unico spetta anche agli stranieri con diritto di soggiorno (se cittadini Ue) o permesso di soggiorno di lunga durata o contratto di lavoro (anche studio e ricerca) di almeno sei mesi. Bisogna inoltre pagare le imposte sul reddito in Italia. L’assegno spetta anche ai beneficiari del Reddito di cittadinanza: in questo caso (per tutti gli altri è su domanda) sarà erogato d’ufficio dall’Inps e sarà calcolato sottraendo dall’importo teorico spettante la quota di Reddito di cittadinanza relativa ai figli minori che fanno parte del nucleo familiare, calcolata sulla base della scala di equivalenza. 

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Come fare domanda

Come per la misura dell'assegno ponte che vale fino a fine anno, anche l'assegno strutturale sarà accessibile presentando la domanda all’Inps dal 1° gennaio. Quindi ci si potrà collegare online sul sito dell’Istituto di previdenza, oppure farsi aiutare da Centri di assistenza fiscale (Caf) o patronati. Assieme alla domanda andrà presentata la dichiarazione Isee, ma chi non la presenterà riceverà comunque l’assegno con l'importo minimo.

I bonus che scompariranno

Sono diversi gli attuali bonus familiari che verranno inglobati a gennaio dalla nuova misura dell'Assegno unico per i figli. Innanzitutto, quindi, a "scomparire" sarà l'assegno ponte, un contributo che parte da 167,5 euro al mese per ogni minore, alle famiglie con figli che oggi non percepiscono gli assegni per il nucleo familiare. In particolare riguarda i lavoratori autonomi e coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza. Le domande potevano essere inviate entro il 30 settembre. Ma fino al 31 dicembre si possono presentare avendo diritto alle mensilità non ancora scadute. La richiesta va fatta all’Inps, che ha previsto una procedura semplificata. Ma comunque, nel caso si volesse provvedere da soli senza l’aiuto di Caf o commercialisti, sarà necessario dotarsi di Spid. L’assegno, come detto, spetta a tutti coloro che non percepiscono l’assegno per il nucleo familiare. Per poterlo richiedere bisogna avere un Isee massimo di 50 mila euro.

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Gli importi dell’assegnano variano sia in base all’Isee che al numero di figli. Per ciascun minore l’importo base è do 167,5 euro, che diventano 335 euro nel caso di due figli, 653 euro nel caso di tre figli, 871,5 euro nel caso di quattro figli e 1.089 euro nel caso di cinque. Oltre il quinto figlio vengono aggiunti 217,8 euro mensili per ogni altro minore. 

Non ci sarà più nemmeno il bonus mamma. Dal 2017 l'Inps concede alle mamme che hanno avuto un figlio, ne hanno preso uno in affidamento o lo hanno adottato (con procedura nazionale o internazionale) il cosiddetto "premio alla nascita". Il valore del contributo è fisso a 800 euro ed è una tantum a figlio. La domanda per il bonus può essere presentata dall'inizio dell'ottavo mese di gravidanza oppure entro un anno dalla nascita, l'adozione o l'affidamento del figlio. Il sussidio non concorre alla formazione del reddito complessivo per il calcolo delle imposte. Scomparirà il bonus asilo nido, che concede un sostegno economico per chi deve affrontare le spese di un asilo nido, ma solo per i minori di 3 anni o meno. In base all'Isee del minore prevede un massimo di 3mila euro a minore, concesso in dieci o undici mensilità. Eliminate anche le detrazioni per i figli a carico, salvo per quelli che hanno una fascia dìetà compresa tra i 21 e i 24 anni.

Chi ci guadagna e chi ci rimette

La metà della platea dell'assegno unico «potrà prendere la cifra massima», ovvero 175 euro a figlio al mese (260 dal terzo in poi), dato che si ritrova nella fascia di reddito Isee inferiore a 15.000 euro. Il decreto attuativo, con gli importi scaglionati a seconda del livello di reddito (il minimo per chi supera i 40.000 di reddito Isee è 50 euro a figlio) e le maggiorazioni (per le famiglie numerose, per i disabili, per le mamme under 21, per i nuclei dove lavorano entrambi i genitori, ecc.), è stato approvato dal Consiglio dei ministri.

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Soddisfazione per il varo da parte di tutti i partiti, ma restano perplessità da parte dei sindacati che temono per alcuni nuclei familiari riduzioni di importo rispetto a quanto ricevuto con assegni già esistenti. Dalle ultime simulazioni del Mef in effetti andrebbero a perderci 400.000 nuclei familiari, ma la metà sarà compensata dalla maggiorazione di salvaguardia prevista dal decreto per i redditi inferiori a 25.000 euro.

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