Bonus edilizi, "congelati" 2,6 miliardi di euro di crediti non riscossi

Bonus edilizi, "congelati" 2,6 miliardi di euro di crediti non riscossi
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Lunedì 6 Giugno 2022, 09:30
(Teleborsa) - Secondo i calcoli del Centro Studi CNA sono in attesa di essere monetizzati da parte delle imprese circa 2,6 miliardi di euro legati a crediti fiscali non riscossi relativi al Superbonus. La consistenza di questi crediti bloccati (circa il 15% del totale) sta così mettendo in crisi migliaia di imprese. La Confederazione ha infatti denunciato che oltre 60mila le imprese artigiane si trovano con il cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità e con impatti gravissimi: il 48,6% del campione parla di rischio fallimento mentre il 68,4% prospetta il blocco dei cantieri attivati.

Una indagine condotta dalla CNA presso circa 2mila imprese che rappresentano un campione altamente rappresentativo dei comparti dell'edilizia, delle costruzioni e dei serramenti ha stimato che sono 33mila le imprese artigiane a rischio fallimento, mentre sono 150mila i posti di lavoro a rischio nella filiera delle costruzioni a causa del blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi. Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti, quasi un'impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia tasse e imposte e una su cinque non riesce a pagare i collaboratori.

Dall'analisi dei fatturati e della consistenza media dei crediti emerge che le imprese con giro d'affari di 150mila euro detengono 57mila euro di crediti nel proprio cassetto fiscale (38,2%). Alla crescita del fatturato l'incidenza tende a scendere pur restando rilevante: un'impresa con 750mila euro di ricavi sconta 200mila euro di crediti bloccati. Il 47,2% delle imprese dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti mentre il 34,4% lamenta tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi. Per la cessione dei crediti, le imprese della filiera si sono rivolte principalmente alle banche (63,7%), a seguire Poste (22,6%), poi società di intermediazione finanziaria (5,1%).

Davanti a norme incerte e continui stop and go gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura. "Il quadro molto preoccupante deve sollecitare un intervento straordinario da parte dello Stato per scongiurare una gravissima crisi economica e sociale", afferma in una nota CNA. La Confederazione ha quindi sollecitato il Governo a trovare rapidamente una soluzione per disinnescare una bomba economica e sociale, generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza.
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