Lo sdoppiamento del termine per la comunicazione all'agenzia delle Entrate dell'opzione per la cessione o lo sconto in fattura sta ponendo però molti dubbi applicativi. E ciò non solo perché il testo convertito del decreto Bollette non è ancora approdato in Gazzetta (e la scadenza del 29 aprile si avvicina) ma anche perché il perimetro soggettivo di chi è ammesso a slittare al 15 ottobre continua ad essere molto incerto. La citazione della scadenza del modello dichiarativo spiazza infatti tutti coloro che per i più vari motivi hanno un diverso termine di presentazione della dichiarazione.
La norma inoltre non collega la natura dei soggetti all'appartenenza dell'immobile su cui vengono eseguiti gli interventi al reddito d'impresa. Il testo normativo potrebbe essere interpretato anche nel senso che tutti gli immobili di tali soggetti – anche se appartenenti alla sfera privatistica e non commerciale – rientrino nella proroga. Questa lettura avrebbe un doppio aspetto positivo: far tendenzialmente coincidere i soggetti che slittano al 15 ottobre con coloro che non sono ammessi al modello 730 (pur con il problema dei soci di società di persone, privi di partita Iva ma non ammessi al 730), ed evitare che uno stesso proprietario con partita Iva (ad esempio, lavoratore autonomo o imprenditore individuale) sia soggetto a due scadenze diverse, a seconda che l'immobile sui cui sono eseguiti gli interventi faccia parte o meno dell'attività.
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