Manovra, torna il bonus auto. Estesi gli sgravi per gli hotel

Manovra, torna il bonus auto. Estesi gli sgravi per gli hotel
di Andrea Bassi
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Venerdì 2 Ottobre 2020, 22:16 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 14:23

ROMA Nella manovra di finanza pubblica che il governo approverà il prossimo 15 ottobre, ci sarà anche un rifinanziamento degli incentivi auto. Già con il decreto agosto il governo aveva stanziato 500 milioni complessivi (di cui 90 per le colonnine di ricarica) per il rinnovo del parco vetture e per permettere alle case automobilistiche di iniziare a svuotare i piazzali dall’invenduto durante il periodo di chiusura dei concessionari durante il lockdown.

L’intenzione del governo sarebbe di finanziare il nuovo “bonus auto” con 400 milioni. Ma c’è da chiarire ancora se la struttura dell’incentivo ricalcherà quella del decreto agosto. Nel provvedimento estivo, infatti, gli incentivi erano stati suddivisi per categorie in base alle emissioni. Quella andata subito esaurita, tuttavia, è stata la classe 91-110 gr Co2, ossia quella delle auto diesel e benzina Euro 6, mentre per le categorie ambientalmente più virtuose, come il completamente elettrico, nonostante la generosità degli aiuti (fino a 10 mila euro con la rottamazione), i fondi non sono stati completamente richiesti.

A confermare l’intenzione del governo di rifinanziare gli incentivi per l’auto, ieri è stato anche il vice ministro dell’Economia, Antonio Misiani, intervistato da SkyTg24. «C’è una valutazione in corso», ha spiegato Misiani, «è molto importante sostenere l’automotive che vale il 6% del Pil. C’è un interesse», ha aggiunto, «anche ambientale, il nostro parco veicolare è molto vecchio e inquinante, accelerare il rinnovo del parco veicoli consente di ridurre l’inquinamento, ridurre i consumi ed è un’operazione sicuramente utile dal punto di vista della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile».
 

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Con l’auto, dunque, si aggiunge un altro tassello alla manovra di 38-40 miliardi, dei quali 15-18 saranno finanziati con i contributi a fondo perduto dell’Unione europea, e gli altri 22 in deficit. Tra le altre misure date ormai quasi per certe, c’è l’allungamento almeno per tutto il 2023 dell’ecobonus e del sismabonus al 110%, e il potenziamento degli incentivi alle imprese di Transizione 4.0. Resta tuttavia, da sciogliere il nodo più rilevante, quello della riforma fiscale.
 

LE POSIZIONI



Le posizioni all’interno della maggioranza continuano ad essere distanti. Il ministero dell’economia, insieme al Pd, spinge per il sistema tedesco senza più scaglioni, mentre Italia Viva e Movimento Cinque Stelle propendono per una riduzione da cinque a tre delle attuali aliquote Irpef. Per risollevare il mercato del lavoro, poi, si ragiona anche a introdurre sgravi contributivi sulle assunzioni a tempo indeterminato, fino al 100% per gli under 35 e la riconferma del taglio del 30% sui contributi delle assunzioni al Sud.

Intanto ieri il Senato ha iniziato a votare gli emendamenti al decreto agosto in previsione del voto di fiducia sul provvedimento che potrebbe esserci lunedì. Tra gli emendamenti che dovrebbero passare il vaglio del Senato, c’è anche una proroga al 30 ottobre 2020 della possibilità di regolarizzare i versamenti delle imposte per le pmi con la maggiorazione dello 0,8% ma senza applicazione di sanzioni. Tra le modifiche più consistenti, c’è una misura a tutela dei lavoratori cosiddetti fragili, come gli immunodepressi, per permettere loro di assentarsi dal servizio, ricevendo comunque una retribuzione, o di lavorare in smart working, in modo da restare al riparo dal rischio Covid.

Altri interventi su cui sono al lavoro maggioranza e opposizione, che hanno definito le riformulazioni degli emendamenti, riguardano i risarcimenti per gli agricoltori danneggiati dalle gelate, aiuti agli albergatori, con la possibilità di estendere il credito di imposta sugli affitti anche per l’affitto d’azienda, e sostegni al settore termale.
Fra i temi all’attenzione della commissione, interventi per facilitare le ricostruzioni post terremoto, la proroga dell’esenzione della Tosap (la tassa per l’occupazione del suol pubblico per bar e ristoranti) e un aumento dei fondi destinati ai centri antiviolenza contro le donne.

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