Auto, incentivi per vetture elettriche e rottamazioni: il piano da 1,5 miliardi

Piano per l’auto da 1,5 miliardi

Auto, incentivi per vetture elettriche e rottamazioni: il piano da 1,5 miliardi
di Umberto Mancini
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Febbraio 2022, 22:28 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 15:52

Nuovi incentivi per acquistare vetture elettriche e per le rottamazioni. Ma anche contratti di sviluppo per la riconversione industriale. Il governo, ben consapevole della strategicità e importanza del settore, prepara il piano per l’auto. La questione è centrale nell’agenda dell’esecutivo guidato da Mario Draghi visti i riflessi sull’occupazione. Lo dimostra l’incontro di ieri mattina a Palazzo Chigi con tutti i ministri interessati (Giancarlo Giorgetti del Mise, Daniele Franco dell’Economia, Enrico Giovannini delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani). Giorgetti avrebbe messo sul tavolo la richiesta di una politica di incentivi pluriennali per far ripartire urgentemente la produzione e, soprattutto, dare certezze ad operatori e al mercato. Incentivi sia per l’acquisto di auto a bassa emissione anche senza rottamazione. Sul tavolo poi una serie di interventi per favorire la riconversione industriale, attraverso i contratti di sviluppo. Cifre ufficiali sul piano non ce ne sono, ma le proposte complessive prevederebbero risorse tra 1 e 1,5 miliardi di euro. Cingolani oltre a sostenere la necessità di una transizione ordinata verso ibrido ed elettrico, ha chiesto di tutelare le fasce più deboli della popolazione con incentivi all’acquisto e alla rottamazione che tengano conto del reddito. Una proposta nuova che ora verrà studiata nei dettagli, soprattutto da Franco. Ogni ministro ha dato la sua visione convenendo di fatto sulla necessità di utilizzare lo strumento degli incentivi alla ricerca per affrontare il problema con una strategia complessiva.

Palazzo Chigi, il governo incontra i rappresentanti dell'automotive per affrontare la crisi

L’allarme in Europa

Ma quali sono i tempi? Un decreto potrebbe arrivare la prossima settimana sul tavolo del consiglio dei ministri. Di certo altri incontri sono stati già programmati. Gli appelli dei protagonisti della filiera dell’auto, da Federmeccanica ai sindacati di categoria, non sono caduti nel vuoto. Gli industriali stimano una perdita di 73.000 posti di lavoro a causa dello stop nel 2035, deciso dall’Unione Europea, alla vendita di nuove auto che producono emissioni di carbonio.

E danni ancora più gravi a tutto l’indotto che ruota intorno al settore.

Anche l’associazione europea dei costruttori di automobili Acea ha lanciato l’allarme sul grave ritardo nel ritmo di sviluppo delle infrastrutture di ricarica. «Il ritmo attuale di crescita è in ritardo rispetto alla domanda dei consumatori di auto a ricarica elettrica. Negli ultimi cinque anni, le vendite di auto elettriche sono cresciute quattro volte più velocemente rispetto all’accumulo di punti di ricarica. Le vendite di auto elettriche sono aumentate di oltre 10 volte tra il 2017 e il 2021, mentre il numero di caricabatterie pubblici nell’Ue è cresciuto di meno di 2,5 volte nello stesso periodo» ha spiegato il ceo Oliver Zipse.

 

Al centro dell’attenzione del governo non c’è soltanto il ripristino degli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, ma anche misure come i contratti di sviluppo, gli accordi di innovazione, misure per il trasferimento tecnologico, fondi Pnrr su ricerca e sviluppo. Sono strumenti che il ministro Giorgetti, il più attivo in questo campo, ha messo sul tavolo con le associazioni del settore per uscire dal tunnel.

© RIPRODUZIONE RISERVATA