Bonus 200 euro verso il rinnovo per un altro mese. Le ipotesi del Dl Aiuti bis (tra cui il taglio dell'Iva)

Si lavora ad una proroga dell'incentivo una tantum che arriverà in questi giorni nelle buste paga di luglio

Bonus 200 euro verso il rinnovo per un altro mese. Le ipotesi del Dl Aiuti bis (con il taglio dell'Iva)
3 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Luglio 2022, 16:31 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 00:11

Il bonus 200 euro (che qualcuno ha già ricevuto e qualcun altro riceverà nelle buste paga di luglio) potrebbe non restare una una tantum. Già, perché nel prossimo decreto aiuti si lavora - in chiave anti-inflazione - al possibile rinnovo del bonus da 200 euro già previsto dal precedente decreto oppure, in alternativa, ad un taglio dell'Iva su alcuni beni di largo consumo. Il contributo una tantum da 200 euro, ora in arrivo con le buste paga di luglio e che potrebbe essere rinnovato per un altro mese, nella versione del decreto di luglio costa circa 6,8 miliardi di euro. Non è invece ancora chiaro quanto potrebbe costare l'eventuale taglio dell'Iva.

Bonus 200 euro e dl aiuti al sicuro dalla crisi di governo. Ma a rischio i nuovi aiuti per le bollette

Misure da 10 miliardi 

Il governo è venuto giù, ma sul decreto aiuti bis, quello al centro del confronto tra il premier e le parti sociali la settimana scorsa, si tenta di «salvare il salvabile. Un testo era quasi pronto - spiegano autorevoli fonti di governo - stiamo cercando di capire se si può chiudere, compatibilmente con gli affari correnti». Proprio per questo, spiegano le stesse fonti, dal provvedimento dovrebbero restare fuori le misure più "partitiche" o meglio temi - leggi salario minimo o altre norme sul lavoro - inconciliabili con il perimetro degli affari correnti in cui si troverà ad operare il governo. Tuttavia potrebbero trovare spazio nel provvedimento - che il governo mira a portare avanti - misure per arginare il caro bollette e la proroga del bonus sociale, nonché il credito d'imposta per le imprese.

Per un provvedimento che dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 miliardi di euro e che potrebbe arrivare presto sul tavolo del Cdm.

Più in generale, a Palazzo Chigi si ragiona su come blindare quelle riforme che solo legate a doppio filo con il Pnrr. Proprio per questo, il ddl concorrenza verrà approvato stralciando l'articolo 10 con la contestata norma sul taxi: non è chiaro se la soppressione della norma avverrà direttamente in Commissione o se ci sarà, già oggi, un passaggio in Consiglio dei ministri prima di ripassare la 'pallà alla Camera. Tra le riforme che il governo punta a chiudere, c'è poi la riforma della giustizia tributaria, mentre non rientra nel "pacchetto" il dl delega fiscale, perché non è direttamente riconducibile al Pnrr.

© RIPRODUZIONE RISERVATA