Bollette, la sentenza dell'Antitrust: «Vanno ripristinati i vecchi contratti»

Dolomiti, Iberdrola, Iren ed E.on sono obbligate a cancellare migliaia di recessi e aumenti dei prezzi

Bollette, la sentenza dell'Antitrust: «Vanno ripristinati i vecchi contratti»
di Roberta Amoruso
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 15:35

«Fate marcia indietro. Quelle modifiche ai contratti su e luce e gas erano illegittime e contrarie al decreto di stop del governo scattato il 10 agosto scorso, ma retroattivo». L’Antitrust passa dalle minacce all’imposizione. A nove giorni dall’avvio delle indagini istruttorie e un provvedimento che pesava ben più di un avvertimento, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato è scesa ieri di nuovo in campo per mettere al riparo decine di migliaia di clienti finiti nella morsa di modifiche improvvise dei contratti destinate a portare le bollette alle stelle nonostante i paletti fissati dal decreto Aiuti bis fino ad aprile del 2023. L’intervento dell’Authorithy è scattato dunque per obbligare le quattro società sotto il faro (Iren, Iberbrola, E.On e Dolomiti Energia) a ripristinare i vecchi contratti su luce e gas. E dunque, incassato ciascuna il suo provvedimento cautelare, ora Iberdrola ed E.On dovranno da subito «applicare le originarie condizioni di offerta» a chi «ha sottoscritto nuovi contratti a condizioni peggiorative». Ma dovranno anche «consentire di ritornare alle originarie condizioni» ai clienti che, «a seguito della risoluzione, hanno scelto un nuovo fornitore o sono stati trasferiti al regime di salvaguardia». 

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GLI STEP SUCCESSIVI

Mentre Dolomiti e Iren dovranno «sospendere le illegittime comunicazioni di modifica mantenendo fino al 30 aprile il prezzo di fornitura precedente il 10 agosto».
Ma non basta. Nei confronti delle stesse quattro società, è scattato l’obbligo di informare individualmente i consumatori sul cambio di marcia. Poi, entro 5 giorni, dovranno comunicare all’Autorità, le misure adottate. Nel frattempo, rimane acceso il faro dell’Antitrust un po’ sull’intero settore ed è in attesa delle informazioni richieste alle altre venticinque imprese energetiche sulle condotte da loro adottate dopo il 10 agosto. 
Il provvedimento d’urgenza, ha spiegato l’Autorità, si è reso necessario dopo che «nessuna delle imprese ha adeguatamente giustificato la propria condotta, né ha ritenuto di modificarla».

In particolare, Iberdrola ed E.On avevano comunicato ai loro clienti la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta. E quindi a seguito dell’aumento folle dei prezzi del gas e della luce hanno «indebitamente condizionato i consumatori ad accettare un nuovo contratto a condizioni ben peggiori ovvero a passare a forniture alternative», continua la nota dell’Authority. Da parte sua Dolomiti «ha impropriamente ritenuto valide le comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura inviate prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiuti bis, mentre la norma fa salve solo le modifiche unilaterali “perfezionate” ovvero effettivamente applicate prima della stessa data». Iren, infine, ha «indebitamente comunicato la scadenza delle offerte a prezzo fisso per applicare nuove e peggiorative condizioni, sostituendo le precedenti comunicazioni di modifica delle condizioni con nuove vietate dal decreto».

I TIMORI DEL SETTORE

La nuova mossa dell’Antitrust ha raccolto la soddisfazione delle Associazioni dei consumatori che, nelle scorse settimane aveva sollevato il nodo delle modifiche giudicate illegittime a partire dal 1° maggio, con un esposto alla stessa Antitrust e all’Arera, e ora chiedono anche un intervento della magistratura dopo l’esposto depositato in Procura per interruzione di pubblico servizio e inadempimento di pubbliche forniture. Forte preoccupazione è stata invece espressa da Utilitalia, le Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, che punta il dito su una mossa dell’Authority che «radicalizza» le istruttorie avviate rischiano «di generare un gravissimo impatto sulle attività delle aziende» in un contesto «inedito di difficoltà per l’eccezionale onerosità e volatilità dei prezzi». Intanto Dolomiti, pur ribadendo la correttezza del suo operato, ha fatto sapere che asseconderà l’obbligo dell’Agcm, anche conguagliando automaticamente nella prossima bolletta eventuali differenze di prezzo fatturate nell’ultimo mese. Ma è pronta a fare ricorso.

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