Bollette, Draghi cerca 15 miliardi per bloccarle: scontro sui razionamenti

Le tariffe da ottobre a rischio raddoppio: il governo si prepara a intervenire ancora

Bollette, Draghi cerca 15 miliardi per bloccarle: scontro sui razionamenti
di Andrea Bassi
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Mercoledì 24 Agosto 2022, 06:09 - Ultimo aggiornamento: 09:12

L'incubo ricorrente si chiama «adeguamento delle tariffe». Alla fine di settembre l'Arera, l'Autorità per l'energia, aggiornerà quelle elettriche. A ottobre toccherà al gas. Partiamo dall'elettricità. L'ultima volta che le tariffe sono state aggiornate, a luglio, sul mercato il prezzo del Megawattora viaggiava attorno ai 300 euro. Negli ultimi giorni ha sfondato la soglia dei 600. Significa che la tariffa in bolletta è destinata ad aumentare di 30 centesimi, passando più o meno da 40 a 70. A ottobre, se le cose non cambieranno, per il gas sarà lo stesso, con la tariffa in bolletta destinata a raddoppiare, con il prezzo del gas che sulla borsa olandese ieri ha chiuso poco sotto i 270 euro. «Per sterilizzare questi aumenti», spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, «servirebbero circa 15 miliardi di euro».

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LE RISORSE
Soldi che si andrebbero ad aggiungere ai quasi 50 stanziati fino ad oggi dal governo per contenere i prezzi di luce e gas. Oggi al Meeting di Rimini Mario Draghi terrà un atteso discorso. E che la questione energetica sia in cima alle preoccupazioni non è un mistero. Due giorni fa, sempre a Rimini, è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, a spiegare che il governo in caso di necessità è pronto ad agire nell'ambito del mandato ricevuto dal Presidente della Repubblica. Per questa settimana non ci sono consigli dei ministri convocati. Anche perché, prima di agire sul fronte delle bollette con nuovi stanziamenti, il governo dovrebbe sentire tutti i partiti per condividere un eventuale intervento. Difficile però, che qualcuno possa opporsi. Anche perché il nuovo esecutivo entrerà di certo in carica dopo l'aggiornamento delle tariffe. Ma il punto non sono soltanto le bollette delle famiglie. La preoccupazione è altissima soprattutto per le imprese. A ottobre inizierà l'anno termico e molte imprese rischiano di non trovare fornitori di gas sul mercato.
LA PRESA DI POSIZIONE
Il presidente degli industriali Carlo Bonomi, ha chiesto interventi immediati.

Un tetto nazionale al prezzo del gas, la sospensione dei certificati Ets (in pratica i permessi ad inquinare che le imprese pagano) e, soprattutto, la predisposizione immediata di un piano di razionamenti. «Il più grande paese manifatturiero europeo, la Germania», ha detto Bonomi, «sta studiando da tempo dei piani di razionamento. Noi italiani non possiamo farci trovare impreparati in caso di questa necessità». Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha sempre negato la necessità dei razionamenti. Ma in tanti credono che sarà inevitabile se la Russia bloccherà i flussi di gas. Il punto è da dove far partire questi razionamenti.

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I piani di emergenza prevedono che ad essere staccate per prima dovrebbero essere le aziende che hanno contratti interrompibili e quelle energivore, che consumano cioè grandi quantità di gas ed elettricità. Confindustria invece, spinge perché si parta dalle famiglie e dalla pubblica amministrazione, con un abbassamento delle temperature domestiche di riscaldamento e raffrescamento.
L'altro tema posto da Bonomi, come detto, è il tetto al prezzo del gas che, secondo il numero uno degli industriali, dovrebbe essere applicato separando il prezzo delle energie fossili da quello delle rinnovabili. La produzione di elettricità tramite vento, sole e idroelettrico, secondo Bonomi, dovrebbe essere riservata alle imprese ad un «prezzo amministrato». Come stanno facendo già altri Paesi usando, tra l'altro, proprio i fondi europei.
 

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