Bollette: viaggi, alberghi, Natale, regali, settimana bianca: che inverno sarà (per colpa dei rincari)

Si teme per la stagione sciistica e in generale per il turismo natalizio. Città più buie. E anche a tavola maggiore oculatezza

Bollette: viaggi, alberghi, feste, regali, settimana bianca: che inverno sarà (per colpa dei rincari)
di Luca Cifoni
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Mercoledì 5 Ottobre 2022, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 00:12

L’effetto bollette, ma anche quello più generale dell’inflazione, si faranno sentire sulle scelte dei consumatori già dalle prossime settimane. E potrebbero condizionare il Natale, aggravando una situazione in cui anche le imprese del commercio e del turismo sono in difficoltà per i propri costi energetici. Costi schizzati alle stelle che hanno indotto molti esercenti a ridurre l’attività e in alcuni casi a chiudere. Cambieranno le abitudini degli italiani?

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Bollette, che inverno sarà?

«Nei mesi scorsi la voglia di lasciarsi alle spalle il periodo pandemia ha spinto in modo molto forte la spesa delle famiglie - osserva Mariano Bella , direttore dell’ufficio studi di Confcommercio - se i sostegni del governo proseguiranno, come è ragionevole prevedere, allora ci possiamo attendere una frenata dei consumi a ottobre e novembre e poi un Natale più o meno come quello dello scorso anno, che potrebbe beneficiare ancora della voglia dei consumatori di “consolarsi” in qualche modo rispetto a ciò che sta accadendo».

Insomma l’Italia «non è un Paese distrutto». La vera incognita però è quel che succederà dopo Natale: senza un segnale di inversione di tendenza sul fronte dei prezzi energetici, le aspettative di famiglie imprese potrebbero precipitare ancora.


 

SETTIMANE BIANCHE
I cannoni sparaneve
fanno schizzare i costi
Ski pass più cari del 15%

In montagna la spesa energetica incide ormai per oltre il 30 per cento sul fatturato delle società che gestiscono gli impianti di risalita, mentre prima l’asticella si posizionava tra l’8 e il 15 per cento. Questi i dati che arrivano dall’Associazione nazionale esercenti funiviari. Senza gli impianti di risalita il turismo bianco resta a terra, quindi è escluso il ricorso ad aperture a intermittenza e ad orari di attività più corti. Come se ne esce? Quest’ inverno gli skipass costeranno in media il 10-15 per cento in più, stando alle previsioni. In alcuni casi gli aumenti sono già scattati. «Se ci fermiamo noi si arresta l’intera macchina», ha chiarito la presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari, Valeria Ghezzi. Persino i cannoni sparaneve potrebbero sparare meno: in realtà proprio questi ultimi influiscono pesantemente sul conto dei gestori e dunque l’impatto potrebbe essere meno forte in caso di stagione molto innevata. Ma al di là dei problemi dei gestori, la situazione economica generale potrebbe scoraggiare anche gli appassionati dello sci. Che potrebbero optare per periodi di sci più brevi in località più vicine a casa, al posto delle tradizionali settimane bianche. (F. Bis.)

I COMUNI
Niente soldi per feste
e luminarie: si aprirà
la caccia agli sponsor

L’allarme era nell’aria, ma a formalizzarlo ci ha pensato il sindaco di Novara Alessandro Canelli, che ha anche l’incarico di delegato al fisco nell’Anci, l’associazione dei Comuni. Da lui è arrivata una quantificazione delle richieste delle amministrazioni locali al prossimo esecutivo: ulteriori sostegni per un miliardo in più, da qui a fine anno, per evitare il taglio ad una serie di servizi. «Si rischia di dover fermare i tram, tenere parti delle città al buio, spegnere completamente le luci sui monumenti e tagliare i riscaldamenti» ha spiegato senza troppi giri di parole Canelli. Le prime voci finanziarie da tagliare potrebbero essere quelle che normalmente servono a cambiare aspetto alle città in vista della fine dell’anno: luminarie, alberi di Natale e manifestazioni varie per il Capodanno. In questo senso si starebbe già muovendo ad esempio il Comune di Pescara, per il quale la tempesta del caro-bollette si è aggiunta ad una situazione finanziaria già non semplice. La soluzione per molti sindaci a corto di risorse potrebbe essere quella di affidarsi in misura maggiore ai contributi degli sponsor. (L. Ci.)

 

CENE E FESTEGGIAMENTI
Meno panettoni artigianali,
persino lo spumante 
in crisi per il caro-vetro

Dopo gli exploit degli ultimi 5 anni (+12% nel 2021) a Natale gli ottimi - ma costosi - panettoni e pandori artigianali segneranno il passo. Nessun calo di prenotazioni, invece, per le circa 20 industrie del settore. «Le aziende – afferma Mario Piccialuti, direttore di Unione Italiana Food – hanno dovuto gestire la carenza di materia prima e l’esplosione dei costi. Ma ci sono riuscite organizzando bene i cicli produttivi e ora producendo a pieno ritmo e a pari qualità». I panettoni industriali, spesso usati come prodotti civetta dalle grandi catene, non dovrebbero quindi subire aumenti di costo (nonostante, per esempio, il prezzo dello zucchero più caro del 70%). Non così gli altri immancabili cibi delle feste, a partire dallo spumante che potrebbe perfino mancare. Manca, infatti, il vetro delle bottiglie (quelle delle bollicine sono più pesanti) e comunque costa il 43% in più. Per il cenone, causa costi del gasolio, anche il pesce subirà una impennata del 30% rispetto al 2021 e molte più famiglie resteranno a casa, anche perché ci sono meno ristoranti: secondo Fipe-Confcommercio ben 5.173 locali hanno cessato l’attività sotto i colpi della crisi nel solo ultimo trimestre. (C.O.)

I REGALI
Shopping con sobrietà:
occhio ai prezzi
e ricerca delle occasioni

Cautela e sobrietà saranno probabilmente i sentimenti che guideranno gli italiani nella stagione delle festività natalizie, che è anche e soprattutto stagione dei regali. Negozi e centri commerciali magari saranno comunque affollati, ma la scelta dei doni - e in generale gli acquisti - potrebbero richiedere un po’ di oculatezza in più. L’inflazione si fa sentire, è vero, ma in questi mesi la corsa dei prezzi non è stata uguale in tutti i settori. In generale - escludendo i costi energetici - i prodotti alimentari sono quelli che hanno evidenziato i rincari maggiori. Ma ci sono altre voci che hanno avuto fluttuazioni più normali: è il caso ad esempio della voce “abbigliamento e calzature” che fino a fine settembre ha avuto una crescita acquisita “solo” dell’1,7 per cento, a fronte del +7,1 dell’indice generale. Dunque per questo tipo di spesa il campo è decisamente meno minato. Finora sono stati contenuti anche gli aumenti dei giocattoli e ancora di più quelli relativi ai libri. Mentre stanno diventando più cari alcuni piccoli elettrodomestici e altri articoli elettronici, anche a causa della penuria di alcune materie prime. (L. Ci.)

GLI ALBERGHI
Hotel a rischio default:
aperture a singhiozzo
per provare a resistere

Arrivano sos da Nord a Sud, dal mare alla montagna: a rischio default circa il 15 per cento delle strutture del turismo, secondo alcune stime. In Italia ci sono più di 30 mila alberghi, almeno tremila dunque potrebbero non arrivare a Natale. Del resto negli hotel le bollette si mangiano, ha calcolato recentemente Federalberghi, circa il 20 per cento dei ricavi. In Puglia la catena Caroli Hotels, travolta da un conto di mezzo milione di euro per l’energia, più simile a uno tsunami che a una fattura, ha appena annunciato che chiuderà i battenti. In montagna non va meglio. Qui gli hotel in alta quota studiano per novembre e dicembre aperture a singhiozzo per non rischiare di rimanere con le camere vuote e il riscaldamento acceso durante la settimana. Altra via di uscita: aumentare i prezzi. Una mossa che però rischia di rivelarsi un boomerang, visto che la crisi energetica morde anche le famiglie. Per Confesercenti «i consumi potrebbero calare nel prossimo trimestre di 2,5 miliardi di euro rispetto ai tre mesi precedenti». Quesi consumi che nei mesi scorsi sono cresciuti in maniera vistosa per l’effetto dell’uscita dalle restrizioni del Covid e della ripresa economica. (F. Bis.)

 

I VIAGGI
Più che raddoppiati
i biglietti aerei
Turisti stranieri in bilico

Nel tunnel della crisi energetica sono finiti anche i tour operator. Il costo dei voli è schizzato alle stelle. Per raggiungere Pechino oggi si possono arrivare a spendere anche 5mila euro. Gli ultimi dati Istat dicono che su base annua i prezzi dei voli intercontinentali sono aumentati del 176 per cento, quelli internazionali di oltre il 128 per cento mentre i voli europei costano circa il 110 per cento in più, ha rilevato il Codacons. Tradotto, gli italiani viaggeranno meno. E avremo un flusso di visitatori stranieri nel Belpaese più striminzito. Così Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato di Confcommercio: «Abbiamo difficoltà enormi a costruire pacchetti e offerte per il prossimo anno da rivendere sui mercati internazionali, perché gli alberghi e non solo ti dicono che non riescono a fare le quotazioni a causa delle incertezze sul costo dell’energia e delle materie prime. C’è un problema in termini di vendita del prodotto Italia e penso anche alla montagna da qui a fine anno. In questa fase riteniamo che vadano adeguatamente sostenuti i consumi delle famiglie, ma anche le aziende della filiera». (F. Bis.)

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