Bollette, all'Italia il conto più salato: da gennaio il 30% in più della Germania, il 75% della Spagna

Da gennaio il 30% di spesa extra rispetto a Berlino. E sale al 75% il gap con la Spagna. Bonomi: «Senza un intervento Ue sarà necessario aumentare il deficit»

Bollette, all'Italia il conto più salato: da gennaio il 30% in più della Germania, il 75% della Spagna
di Roberta Amoruso
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Martedì 11 Ottobre 2022, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 08:49

L’Italia paga l’elettricità più cara d’Europa. Mettendo a confronto i dati delle Borse Ue dell’energia, il risultato è clamoroso: da inizio anno il nostro Paese ha speso in media il 30% in più della Germania, il 10% in più della Francia, tormentata dalla chiusura delle centrali nucleari, e addirittura il 75% in più della vicina Spagna, che da metà giugno ha trovato invece la sua via per frenare la corsa dell’energia. Madrid è riuscita a calmierare i prezzi con un cap nazionale sul gas utilizzato per produrre elettricità, grazie al suo isolamento dal sistema di interconnessione energetica Ue. E famiglie e imprese spagnole se ne sono avvantaggiate non poco. Il meccanismo ha funzionato. E, non a caso, è proprio questo il modello emerso nelle ultime settimane tra le proposte di tetto Ue al gas: una sorta di “disaccoppiamento”, una via per sganciare i prezzi dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, ben più economiche, da quello del gas ormai sotto costante attacco della speculazione. 
L’Italia, nel mezzo del sistema di gasdotti Ue, non ha potuto fissare il suo tetto nazionale al gas perché avrebbe finito per cederne i benefici anche all’estero, visto che i compratori vanno dove il prezzo è più basso. Così il nostro Paese, tanto dipendente dalle esportazioni e con la metà dell’energia elettrica prodotta con il gas, continua ad essere ostaggio delle impennate del mercato Ttf di Amsterdam. 

Bollette, l’Ue divisa

Succede da anni, per la verità, di avere un conto più salato, non è una novità di oggi. Ma da quando è esplosa la crisi energetica, questo spread con il resto d’Europa, compresa la Germania, è diventato per l’Italia una montagna di miliardi di euro (la bolletta energetica del Paese pre-pandemia da 87 miliardi si è appesantita di altri 110 miliardi) di cui ormai da oltre un anno si fanno carico famiglie e imprese, nonostante i quasi 60 miliardi messi in campo dal governo Draghi contro il caro-energia. 
Nel 2019, dice il sito del Gme, c’erano soltanto 15 euro per megawattora che distanziavano l’Italia dalla Germania (rispettivamente 52 contro 37 euro), 13 il differenziale con la Francia e meno di 5 euro quello con la Spagna.
Moltissimo è cambiato da allora.

Dopo un anno di prezzi stellari spinti dal gas, Roma si trova ad aver allungato le distanze con Berlino a quasi 77 euro, cinque volte tanto sulla base del prezzo medio aggiornato a oggi (322 euro per megawattora per il nostro Paese nonostante il calo delle ultime settimane), secondo la piattaforma Energy Live. Con la Madrid il differenziale arriva a toccare i 138 euro per megawattora. Parigi paga invece soltanto 28 euro in meno di noi. Del resto, ad agosto, nei giorni dei massimi storici toccati in tutta Europa, i prezzi all’ingrosso dell’elettricità francese per il 2023 hanno raggiunto oltre 1.000 euro per megawattora (mentre l’Italia viaggiava su oltre 700 euro). 

La competitività 

Tra siccità e stop di circa metà delle centrali, anche Parigi ha capitolato. Ma per famiglie e imprese l’incremento di luce e gas non può superare il 4%, secondo quanto stabilito già da inizio anno dal governo francese che confermerà gli aiuti nel 2023. 
Differenze tanto profonde nei prezzi, fanno però scattare un altro pesantissimo spread tra i diversi Paesi europei. Parigi ha messo sul tavolo finora circa 45 miliardi di euro per tamponare la crisi energetica e limitare al minimo l’impatto sulle famiglie. Mentre la Spagna ha speso meno di 30 miliardi di euro e può offrire nel suo mercato interno i prezzi più bassi d’Europa, insieme a Portogallo e Polonia. La Germania, come è noto, ha appena annunciato il maxi piano da 200 miliardi, da aggiungere ai circa 60 spesi. Tanto per iniziare lo stato tedesco pagherà la bolletta mensile del gas di dicembre per tutte le famiglie e le piccole e medie imprese, secondo un tetto graduale in due fasi sui prezzi dell’energia raccomandato dal governo. Poi, nel 2023, lo Stato coprirà l’80% del consumo di gas dell’anno scorso che supera i 12, contro le attuali 20-30 centesimi a kilowatt, per i clienti privati e le piccole e medie imprese.

Le misure possibili

Questo vuol dire poter affrontare prezzi più bassi dell’Italia con una potenza di fuoco ben diversa. Per imprese italiane che hanno visto raddoppiare fino al 10% il peso dell’energia sui costi di produzione, tutto questo sta diventando inaccettabile. È come se nella partita della competitività tra le imprese europea sia iniziato un nuovo round con carte “truccate”. Ecco perché Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto «40-50 miliardi» per mettere in sicurezza l’economia. Si possono trovare «nei mille e oltre miliardi di spesa pubblica, ha detto: «Riconfigurare il 4-5% del totale si può fare e si deve». Nel caso comunque non vi sia una risposta europea, ha insistito Bonomi, «abbiamo bisogno di deficit aggiuntivo per salvare le imprese. È una questione di sicurezza nazionale». Il presidente suggerisce prezzi calmierati fino a un certo livello di consumi. La speranza è che, in primis la Germania, comprenda che una frenata del Pil in Italia o in un pezzo d’Europa non conviene a nessuno. L’apertura di Berlino a un fondo europeo, sul modello pandemico del Sure, apre uno spiraglio importante alle soglie di un inverno difficile.

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