Bollette imprese, più metano e solare: via alle gare veloci. Aiuti a Sud e Pmi

La produzione di gas nei siti della Sicilia e dell'Alto Adriatico sarà aumentata di 2,2 miliardi di metri cubi dagli attuali 3,5 miliardi

Imprese, più metano e solare: via alle gare veloci. Aiuti a Sud e Pmi
di Roberta Amoruso
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Sabato 19 Febbraio 2022, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 06:36

C'è la conferma del taglio degli oneri di sistema e della riduzione dell'Iva. Ma arriva anche l'estensione del credito d'imposta, con uno sconto del 20% in bolletta, anche per circa 1.000 imprese gasivore (per 522 in più milioni) che si aggiungono alle 4.000 energivore già beneficiarie (per 700 milioni). Tutto compreso, si parla di 2,9 miliari per l'industria. Ma i veri aiuti per le imprese guardano più al futuro. «Sono quattro gli interventi strutturali per il panorama energetico della nazione». Su questo punta il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani per affrontare l'imprevedibile nei prossimi anni, una nuova crisi, o un altro inverno difficile. C'è dunque una «formidabile semplificazione» per gli impianti rinnovabili, in particolare nel solare. Si parla di impianti fino a 200 kilowatt, di dimensione media, da installare ovunque, sui tetti, sui capannoni, sugli edifici pubblici e privati. Sono impianti per autoconsumo per i quali ci sarà un modulo unico semplificato. Di qui anche un Fondo per le Pmi. E gli incentivi per il Sud. Ma ci sono semplificazioni anche per gli impianti geotermici per progetti sotto i 2 megawatt. Poi, c'è l'aumento della produzione di gas nazionale per circa 2,2 miliardi di metri cubi, tra il Canale di Sicilia, le Marche e la zona di Ravenna. Nessuna nuova trivellazione, ma una svolta verso il taglio delle esportazioni di gas portando la quota nazionale oltre i 5 miliardi. E qui arriva il vantaggio per le imprese: queste riserve saranno distribuite attraverso il Gse con delle gare a prezzi «estremamente vantaggiosi» ad aziende energivore e Pmi. La terza gamba della svolta guarda agli stoccaggi di gas arrivati a livelli critici in Europa. L'Italia li manterrà sempre al 90%. Infine, ci sarà una spinta ai biocarburanti. Bene sul gas, ma servono misure strutturali anche sull'elettricità per Confindustria.

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Per il solare solo un documento

Tra le norme di semplificazione c’è anche «l’estensione del modello unico semplificato» per gli impianti di potenza superiore a 50 kW e fino a 200 kW, la regolamentazione dello sviluppo del fotovoltaico in area agricola, la semplificazione per impianti rinnovabili in aree idonee nell’ambito del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai), la razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative per gli impianti offshore e semplificazioni per impianti a sonde geotermiche purché a circuito chiuso. 

Fast track per impianti in mare

Il decreto dedica un articolo alla “razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative per gli impianti offshore”.

In particolare vengono tagliati di un terzo i tempi di autorizzazione nelle aree non sottoposte a vincoli incompatibili con l’insediamento di impianti off-shore. Inoltre viene precisato che, mentre si cercano le aree idonee, nelle more della loro individuazione, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione per le domande già presentate in aree non sottoposte a vincoli.

 

Un fondo per le Pmi

Per promuovere invece la produzione di energia elettrica rinnovabile e l’autoconsumo per le Pmi nasce il «Fondo Rinnovabili Pmi» con una dote di 267 milioni. E arriva il credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti per l’efficienza energetica e promuovono la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle regioni del Sud, pari a 145 milioni di euro all’anno per il biennio 2022 e 2023. Rientrano nell’agevolazione «gli investimenti per conseguire» maggiore «efficienza energetica e per l’auto produzione di energia da fonti rinnovabili nell’ambito delle strutture produttive». 

Inviti sul metano e tariffe a sconto

L’Italia potrà contare su circa 2,2 miliardi di metri cubi in più di gas nazionale per arrivare a circa 5,5 miliardi complessivi su 70 consumi dagli italiani. Questo servirà a ridurre almeno un po’ la dipendenza dall’estero. Ma servirà soprattutto a permettere «prezzi equi» ben più bassi di quelli di mercato, da offrire alle imprese energivore e alle Pmi. Sarà il Gse a gestire questo meccanismo invitando i produttori di gas ad adire al nuovo schema di potenziamento della produzione con offerta di tariffe a sconto. Va da sé che i tempi delle autorizzazioni agli impianti saranno ridotti all’osso. Massimo 6 mesi.

Riserve di gas almeno al 90%

Portare le capacità di «stoccaggio nazionali disponibili» a un livello di riempimento di almeno il 90% per aumentare la sicurezza delle forniture di gas naturale. Una norma anti-crisi considerata necessaria ora più che mai visto che le riserve dell’Unione europea si sono ridotte drasticamente con le manovre di Gazprom. Il ministro della Transizione ecologica entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto adotterà dunque misure ad hoc per permettere di avere le riserve «sempre piene anche durante l’uso» ed evitare inverni difficili da gestire. 

Pannelli su uffici e caserme

I pannelli fotovoltaici e solari potranno essere installati anche sulle caserme. Il decreto prevede infatti che i beni del demanio militare o «a qualunque titolo in uso al ministero» della Difesa, «anche per il tramite di Difesa Servizi spa», possono essere affidati dal ministero stesso «in concessione o utilizzati direttamente per installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili». Per gli oneri, il ministero potrà usare «le risorse del Pnrr», in accordo con il Mite. I palazzi degli uffici pubblici potranno avvalersi del supporto dell’Agenzia del Demanio per i piani di efficientamento energetico.

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