Bollette, Donnarumma (Terna): «Con più reti e più energia rinnovabile potremo tagliare di netto i costi elettrici»

Bollette, Donnarumma (Terna): «Con più reti e più energia rinnovabile potremo tagliare di netto i costi elettrici»
di Rosario Dimito
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Mercoledì 15 Settembre 2021, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 06:11

Stefano Donnarumma, ingegnere, 53 anni, è da poco più di un anno ad di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, ed ha titolo, anche per le precedenti esperienze in Acea e A2a, per spiegare come affrontare il caro bollette.

Ingegner Donnarumma, il Ministro Cingolani ha annunciato un aumento del 40% della bolletta elettrica: cosa ha portato a questa situazione e cosa può fare Terna?
«Gli attuali incrementi della bolletta sono dovuti alla forte crescita dei prezzi delle materie prime a livello internazionale, a partire da gas e CO2, a seguito, paradossalmente, della forte ripresa post Covid. Lo scorso trimestre le misure straordinarie del governo hanno mitigato gli oneri di sistema. In bolletta però solo il peso delle reti, che rappresentano la parte più piccola del conto energetico, è rimasto invariato, senza subire alcun aumento. La parte più piccola, ma la più significativa a livello strategico: solo gli importanti investimenti da noi già stanziati per la realizzazione di nuove reti possono abilitare un cambiamento radicale della situazione, favorendo il calo delle bollette e la transizione energetica».

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Quindi?
«Possiamo dire che in futuro la parte che pesa di meno sulla bolletta sarà quella che, se ben accompagnata da investimenti e autorizzazioni, sarà in grado di abbattere, e di molto, quelle componenti che oggi risultano pesantissime.

Largo a sole, vento, acqua e accumuli per vincere questa battaglia e poter offrire giusti e notevoli risparmi a cittadini e imprese».


In concreto che significa?
«L'Italia è un importatore netto di risorse fossili, prima fra tutte il gas, che utilizziamo, oggi, per produrre circa il 60% dell'energia elettrica: dobbiamo, nei prossimi 10 anni, passare al 60-65% di energia prodotta da fonti rinnovabili, sostituendo gas e carbone e approvvigionandoci dalla natura. Consideriamo che un aumento delle fonti rinnovabili pari a quello oggi previsto per centrare i target al 2030 consentirebbe, dati gli attuali prezzi di gas e CO2, di risparmiare più di 4 miliardi l'anno. Terna è fondamentale per favorire lo sviluppo di queste fonti e per portare l'energia dal sud, dove c'è la maggiore produzione rinnovabile, al nord dove ci sono i consumi».

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Ingegnere, lei non ha la sfera di cristallo, ma quando accadrà?
«Questi aumenti e queste tensioni sui prezzi sono in parte congiunturali e potrebbero ridursi nel 2022, ma è importante far capire che l'unica soluzione per uscirne in modo strutturale è investire nelle fonti rinnovabili e nelle reti, avallando la transizione energetica, facilitando e velocizzando i processi autorizzativi per permettere di svincolarci dalla dipendenza dalle fonti fossili. Già oggi Terna ha richieste di connessione di impianti rinnovabili per 130 gigawatt, circa il doppio degli obiettivi al 2030: gli investitori ci sono, serve accelerare i processi autorizzativi per far sì che la transizione avvenga prima possibile».

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Nell'ultimo anno avete impresso un cambio di passo agli investimenti, ora ne prevedete 18 miliardi nei prossimi 10 anni. A che punto siete?
«Il Piano di sviluppo decennale di Terna viene declinato in un piano industriale di cinque anni: a breve si concluderà il primo anno di quello attuale e, proprio per l'urgenza della transizione energetica, siamo in ulteriore accelerazione rispetto a quanto inizialmente previsto. Grazie a questo, potremo vedere nel corso del piano i primi benefici sulla bolletta energetica».


Il vostro settore è un termometro dell'economia: come sta andando l'Italia?
«La situazione attuale dei consumi mostra che siamo tornati a livelli pre covid: l'Italia è ripartita. Tra l'altro, i nostri investimenti contribuiscono significativamente alla ripresa: ogni miliardo investito in infrastrutture ne genera infatti fino a tre in termini di Pil, con 1000 posti di lavoro: in dieci anni ne creeremo quindi quasi 20mila».

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L'Europa si è data degli obiettivi molto importanti in termini di transizione ecologica: l'Italia ce la farà?
«Il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima a cui sta lavorando l'Italia alzerà l'asticella, allineandoci agli obiettivi del Green Deal, con target di produzione da rinnovabili nell'ordine del 60-65%. Per raggiungerli è fondamentale accelerare su autorizzazioni e realizzazioni: da questo punto di vista, un intervento delle istituzioni che semplifichino gli iter autorizzativi e prevedano vantaggi per i territori che ospitano le infrastrutture sarebbe auspicabile. Parallelamente, è opportuno, come fa Terna, coinvolgere sempre più le comunità locali già in fase di consultazione sui progetti, per spiegarne chiaramente i benefici».


Il progetto che collegherà Campania Sicilia e Sardegna con 3.7 miliardi di investimenti sarà una delle opere più importanti del Paese: tempi?
«I primi cavi fra Campania e Sicilia e da lì alla Sardegna entreranno in esercizio fra la fine del 2025 e l'inizio del 2026. Sarà un'opera fondamentale sia dal punto di vista elettrico, contribuendo alla decarbonizzazione della Sardegna, sia per i risparmi per i consumatori e le rilevanti ricadute occupazionali e sull'indotto che avrà, dato che, nella realizzazione delle nostre opere, riteniamo cruciale coinvolgere imprese e personale sul territorio».
 

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