Bollette, meno luce con i contatori intelligenti: arriva il razionamento dalle 8 alle 19

Il piano messo a punto da Bruxelles per ridurre i consumi nelle ore di picco. I distributori abbasseranno da remoto la potenza dell’energia inviata nelle case

Bollette, meno luce con i contatori intelligenti: arriva il razionamento dalle 8 alle 19
di Andrea Bassi e Gianni Bessi
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Sabato 10 Settembre 2022, 01:15 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 09:20

Il razionamento del gas sarà volontario. Quello della luce obbligatorio. È uno dei paradossi della crisi energetica e delle ricette per affrontare l’inverno maturate tra Bruxelles e le cancellerie europee. Nel terzo punto delle conclusioni del vertice di ieri dei ministri, viene chiesto alla Commissione di preparare un piano di riduzione dei consumi elettrici. In realtà Bruxelles questo piano lo ha già preparato e lo ha messo nero su bianco in una bozza di regolamento che Il Messaggero ha potuto leggere. I governi, non appena il testo sarà approvato, dovranno adeguarsi, e ridurre il consumo di luce delle famiglie di almeno il 5 per cento nelle ore di picco dei consumi. Ma come avverrà questo taglio obbligatorio dell’energia elettrica? Semplicemente riducendo la potenza dei contatori delle case. 

Il passaggio

Una misura resa possibile dai nuovi «smart metering», i contatori intelligenti che da diversi anni i distributori di energia elettrica hanno installato praticamente in tutte le case e in tutti i condomini. Le varie Enel, Acea, A2A, Iren, Hera, e tutti gli altri distributori, oggi possono agire da remoto abbassando o alzando la potenza dell’energia elettrica fornita. Cosa avverrà non appena questa misura sarà attuata? Nelle ore di picco, come indicato dall’Europa, la potenza verrà ridotta. Le ore di picco sono quelle comprese nella fascia F1, che va dalle otto di mattina alle sette di sera. Ma non è detto che la riduzione ci sarà per tutte e undici le ore. Più probabile che sarà concentrata soltanto in alcuni momenti della giornata, probabilmente tra le sei e le sette, quando le persone tornano a casa e accendono le Tv, le luci, le lavatrici, le lavastoviglie. 
La conseguenza dell’abbassamento della potenza sarà che gli elettrodomestici non potranno più funzionare tutti contemporaneamente.

Immaginiamo, per esempio, una famiglia che ha a disposizione 3,3 kilowattora di potenza. Se fosse fatta scendere sotto i 2,7 kilowattora sarebbe costretta a spegnere qualcosa. Un taglio dei consumi gestito da remoto, senza più la necessità di moral suasion o la minaccia di sanzioni. 

Il nodo

Una dei punti più delicati è come si farà a garantire che il taglio dell’elettricità non metta a rischio, per esempio, persone che utilizzano macchine salva-vita in casa. In realtà anche questo problema non sarebbe insormontabile. I distributori conoscono esattamente l’ubicazione di queste apparecchiature, visto che le utenze (e dunque i contatori) a cui sono attaccate, sono «segnalati». 
L’obiettivo della riduzione dei consumi elettrici nelle ore di picco è risparmiare il gas utilizzato nelle centrali elettriche. Ancora oggi il 40 per cento della produzione elettrica nazionale avviene tramite l’uso del metano. Oltre ai tagli obbligatori nel consumo di energia elettrica, l’Europa spingerà anche per l’introduzione di un tetto ai ricavi dei produttori di energia elettrica da altre fonti. Oggi chi produce con l’eolico, il solare, l’idroelettrico, il nucleare (come in Francia), e anche il carbone, sta realizzando profitti extra per il meccanismo cosiddetto del “marginal price”. 

Il meccanismo

In pratica la centrale che ha la materia prima più costosa, oggi il gas, fa il prezzo di vendita dell’energia anche per tutti gli altri produttori. Dunque, spiega la proposta europea, chi produce energia con fonti diverse dal gas più “economiche” non potrà guadagnare dalla vendita di energia più di 200 euro al Megawattora. Non si tratta di un tetto al prezzo, ma ai ricavi. 
Questo significa che il beneficio non si sentirà immediatamente sulle bollette. Il tetto è ciò che in pratica rimane in tasca ai produttori. La differenza tra prezzo di mercato ed i 200 euro, tornerà per altre vie ai consumatori. Sarà il governo a decidere come: se aiutare solo una parte della popolazione con i redditi più bassi, o se incidere sul prezzo del mercato tutelato riducendolo. Semplificando, i consumatori continueranno a pagare le loro bollette al prezzo di mercato. L’extra gettito tra il prezzo pagato dai consumatori e il tetto di 200 euro al Megawattora fissato per i produttori, andrà allo Stato. Sarà quest’ultimo a decidere a chi destinarlo. Una scelta politica di redistribuzione. 

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