Bollette, Confindustria attacca: «Misure insufficienti. Incostituzionale colpire gli extraprofitti»

«Interventi temporanei e poco incisivi serve un tetto nazionale al prezzo del gas». «Incostituzionale colpire gli extraprofitti». Nuovi aiuti soltanto se la Ue darà via libera

Caro energia, Confindustria attacca: «Misure insufficienti per ridurre la bolletta»
di Luca Cifoni
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Domenica 20 Marzo 2022, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 09:19

É «deludente» secondo Confindustria il provvedimento contro il caro-energia che il governo ha approvato venerdì sera e che in realtà deve essere ancora limato e rifinito, tanto è vero che potrebbe diventare operativo solo intorno alla metà di questa settimana. Gli industriali, con lo stesso presidente Bonomi, nei giorni scorsi avevano chiesto energicamente un intervento del governo, ma quello illustrato dal presidente del Consiglio non li convince principalmente per due motivi: da una parte le misure specifiche come il taglio delle accise e la rateazione delle bollette delle imprese sono giudicate scarsamente efficaci, dall’altra la scelta - rivendicata da Draghi - di finanziare le misure attingendo ai maggiori profitti delle società energetiche potrebbe risultare secondo Viale dell’Astronomia addirittura incostituzionale. Questo perché la nuova imposta (con un’aliquota del 10 per cento sui maggiori margini rispetto ad un anno fa) si baserebbe su «indici presuntivi».

Le difficoltà

La strada suggerita da Confindustria è quella di un tetto al prezzo del gas, che dovrebbe mettere le imprese almeno parzialmente al riparo dai rialzi a cascata anche sui costi dell’energia elettrica. In realtà questa è la strada che anche il governo vorrebbe percorrere e che probabilmente sarà al centro di prossimi provvedimenti; ma le difficoltà tecniche si sono dimostrate per ora insormontabili. I percorsi possibili sono due: quello europeo, che passa per un accordo con gli altri Paesi, e quello nazionale. Il limite avrebbe nel primo caso una valenza continentale ma come rimarcato da Draghi richiede un accordo tra i vari Paesi, che però hanno posizioni diverse a seconda del mix energetico di cui dispongono. Il tema sarà comunque sul tavolo dei futuri appuntamenti europei; l’Italia ha raccolto il consenso degli altri Stati mediterranei e cercherà di far sentire la propria voce.
In alternativa (o nell’attesa di una svolta) l’esecutivo potrebbe implementare una misura a carattere nazionale, come chiedono gli stessi industriali.

Anche qui però non mancano problemi e il primo ha a che fare con la trasparenza nei contratti di fornitura: in particolare occorre sapere quanta parte delle importazioni è legata a contratti a termine, quindi già pagati, e quanto invece sia acquistato sul mercato spot. La verifica è necessaria per fissare un tetto ragionevole al di là delle oscillazioni giornaliere del prezzo. Su questo punto sono stati dati maggiori poteri all’Arera, l’autorità per l’energia e le reti. Tra qualche settimana queste informazioni potranno essere usate per un nuovo intervento, nel quale troverebbe posto anche la conferma delle misure in riduzione delle accise (che hanno fine aprile come orizzonte temporale) qualora nel frattempo le tensioni sul prezzo del greggio non si siano attenuate. Anche sulle accise Confindustria sollecita interventi più drastici e strutturali, accompagnati eventualmente da un taglio altrettanto strutturale dell’Iva. Intanto sulle possibili speculazioni indagano sette procure e la Guardia di Finanza.

Gli effetti

Scontenta del decreto, per ragioni diverse, anche Assopetroli: le aziende del settore dei carburanti paventano una perdita economica per la svalutazione del prodotto già immagazzinato, sul quale l’accisa era stata versata ai livelli precedenti. La richiesta al governo è di compensare questi effetti.
Nel frattempo proseguono gli sforzi del governo per diversificare le forniture: il ministro degli Esteri Di Maio e l’amministratore delegato dell’Eni Descalzi sono stati a Maputo, ottenendo un impegno da parte del governo locale. «Anche in Mozambico abbiamo raggiunto l’accordo per rafforzare la partnership energetica tra i nostri Paesi» ha detto Di Maio.

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