Boeri si riferiva all'ipotesi, di cui si discute ultimamente, di far confluire alcune categorie di contribuenti, come per esempio quella dei comunicatori che attualmente versano i contributi all'Inps, nell'Inpgi, l'istituto di previdenza dei giornalisti italiani, in crisi da anni.
L'Inpgi registrerà quest'anno un disavanzo (cioè la differenza tra entrate contribuitive e uscite per le prestazioni) di circa 175 milioni di euro, un rosso che nelle previsioni dello stesso istituto salirà a 181 milioni nel 2019. Numeri molto preoccupanti che hanno fatto scattare l'allarme anche nel governo.
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«Abbiamo tante altre insidie - ha detto Boeri rispondendo alle domande sui pericoli degli interventi messi in campo del governo sulle pensioni -. Un'altra se mi permette gliela dico. Si sta facendo una specie di scippo di contribuenti, si vorrebbe fare uno scippo di contribuenti, all'Inps per finanziare alcune casse private. Prendiamo quella dei giornalisti: ecco lì non hanno contributi sufficienti per pagare le prestazioni» e si vuole «spostare alcune persone che stanno pagando i contributi all'Inps all'Inpgi. Questo - ha concluso Boeri - è un modo di fatto per obbligare delle persone che avevano già tutto pianificato con l'Inps a finanziare delle pensioni anche molto generose», cioè quelle dei giornalisti già andati in pensione.
Nei giorni scorsi Boeri, interpellato a margine di un incontro nella sede dell'Inps di piazza Colonna, non aveva voluto commentare la situazione dell'Inpgi. «Non posso entare nel merito, esula dalle mie competenze, sarebbe una invasione di campo indebita. C'è la Covip che è chiamata a vigilare sul funzionamento» delle casse, aveva risposto a una domanda specifica sui conti dell'istituto dei giornalisti. Poi su una possibile confluenza dell'Inpgi nell'Inps Boeri aveva affermato: «In passato abbiamo avuto confluenze di casse e di fondi che erano in grande difficoltà. Quando avevano eroso tutto il loro patrimonio ed erano in patrimonio negativo entravano nell'Inps. Credo che queste possibilità dovremmo evitarle in futuro, dovremmo guardare al bene di tutti i contribuenti».
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