Questo peculiare esordio della riforma scoperchierebbe alcuni problemi non analizzati nel profondo e che inciderebbero sugli obiettivi auspicati dal Governo. Secondo Boeri infatti "questa sovrarappresentazione delle regioni meridionali si spiega con il fatto che abbiamo spesso a che fare con persone non occupate, pronte a fare domanda di pensionamento. Circostanza questa che, secondo il Presidente, dovrebbe far riflettere sul reale ricambio generazionale nei posti di lavoro che si dovrebbero liberare.
Un altro problema è che "il grosso del costo di Quota 100 graverà sulle generazioni future. L'introduzione della riforma può portare ad un aumento del debito pensionistico che può raggiungere, per effetto sia del nuovo canale di uscita anticipata che del congelamento degli adeguamenti della speranza di vita per le pensioni anticipate, fino a 90 miliardi (dato che si frenerebbe a circa 38 miliardi se non le si dovesse rendere strutturali dopo il periodo di sperimentazione).
Altra questione messa a nudo da Boeri durante il suo discorso riguarda il reddito di cittadinanza. Questo, oltre a costare alle tasche dello Stato circa 8,5 miliardi di euro da suddividersi in una platea di 1,2 milioni di famiglie e 2,4 milioni di persone, "fissa un livello di prestazione molto elevato per un singolo. Secondo i dati Inps, infatti, quasi il 45% dei dipendenti privati nel Mezzogiorno ha redditi da lavoro inferiori a quelli garantiti dal reddito di cittadinanza ad un individuo che dichiari di aver un reddito pari a zero. Ciò fa pensare ad che gli effetti di scoraggiamento al lavoro possano essere rilevanti".
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