Il 30 giugno, infatti, scadrà il blocco per l'industria e le costruzioni. Secondo quanto si apprende da fonti governative si stanno analizzando i settori in crisi, quelli che utilizzano maggiormente la cassa, e si sta, parallelamente, guardando alle aziende più in difficoltà. Una soluzione che non sembra aver trovato l'appoggio da parte dei sindacati, contrari a garantire il blocco dei licenziamenti solo per alcuni comparti produttivi.
"No al blocco dei licenziamenti selettivo. In passato gli incentivi sono stati dati indistintamente a tutte le aziende, è corretto trattare tutti allo stesso modo, anche i lavoratori", ha dichiarato ai microfoni di RaiNews 24 il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri. "I licenziamenti selettivi costituirebbero un percorso complicato. Nel lockdown i codici Ateco usati hanno dimostrato inaffidabilità. La cassa Covid è stata pagata dal programma Sure e non dalle aziende. Perché gli imprenditori si oppongono?", ha aggiunto Bombardieri. "Sarebbe molto importante fare in modo che l'utilizzo degli strumenti alternativi ai licenziamenti diventi un elemento di priorità, quindi, evitare una rottura sociale, perché vorrei far notare che non siamo ancora fuori dalla pandemia. Credo che non abbiamo bisogno oggi di ulteriori rotture sociali", ha sottolineato invece il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Secondo le stime del Corriere della Sera, il provvedimento allo studio del governo avrebbe un valore di 3 miliardi di euro e dovrebbe arrivare all'inizio della prossima settimana per evitare che il primo luglio ripartano licenziamenti e cartelle.
Il provvedimento, il cui valore sarebbe inferiore a 3 miliardi, dovrebbe arrivare all'inizio della prossima settimana per evitare che il primo luglio ripartano licenziamenti e cartelle.
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