L'ottovolante dei Bitcoin adesso fa paura sul serio. In Italia, stando alle stime, più di una persona su dieci investe in criptovalute, ma ora in molti rischiano di scottarsi. La regina delle divise digitali, il Bitcoin del fantomatico Satoshi Nakamoto, ieri ha perso in un soffio oltre il 10 per cento del valore, trascinando giù pure le sue sorelle. Un crollo vertiginoso, arrivato dopo mesi di continui ribassi dovuti all'inflazione e al peggioramento del quadro macroeconomico innescato dal conflitto in Ucraina.
A far precipitare i Bitcoin ha contribuito ieri la decisione di Celsius, piattaforma specializzata nei finanziamenti in criptovalute, di sospendere le attività per «le condizioni di mercato estreme»: stop a prelievi, scambi e trasferimenti.
Le norme
Appena due settimane fa la Bce aveva lanciato un nuovo allarme sui Bitcoin e le criptovalute in generale. Christine Lagarde preme affinché venga varata al più presto una regolamentazione del settore al fine di proteggere i risparmiatori. Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce, nelle settimane passate ha equiparato invece il trading delle criptovalute a una «pura scommessa» e ha insistito sull'importanza di adottare un approccio meno tollerante nei confronti di questo tipo di strumenti finanziari, partendo proprio dai Bitcoin. In pratica il Bitcoin ha lasciato sul terreno oltre il 60 per cento del proprio valore in un anno e mezzo. E la sua capitalizzazione di mercato è crollata a 450 miliardi di dollari. Ora circolano previsioni che lo danno addirittura a 10-15mila dollari. Secondo gli analisti il rally dell'inflazione e l'ondata speculativa che sta colpendo tutti i mercati finanziari a causa della stretta delle banche centrali hanno contribuito in maniera determinante allo stallo delle criptovalute. E poi c'è il costo dell'energia alle stelle. In alcune zone dell'Europa è aumentato al punto che il mining di un Bitcoin può arrivare a costare 25mila dollari. Il gioco, insomma, rischia di non valere più la candela.