La stessa dinamica di crescita relativa alle imprese a controllo italiano, che dedicano almeno il 75% dei propri investimenti in R&S alla ricerca nelle biotecnologie, – evidenzia il rapporto – si rileva sostanzialmente anche per la variabile degli addetti al biotech in generale (oltre 13mila addetti), e alla ricerca nelle biotecnologie, determinando un continuo aumento del peso di tali imprese sul totale del settore in Italia. Sebbene – si legge nello studio – l'attivita` delle imprese biotecnologiche rimanga in gran parte concentrata nell'ambito della salute tra il 2014 e il 2019 si registra una tendenziale espansione delle quote relative alle imprese che sviluppano applicazioni biotecnologiche per l'industria e l'ambiente oltre che per l'agricoltura e la zootecnia. Per questi stessi settori, fra il 2014 e il 2019 ancora piu` velocemente e` cresciuto il volume degli investimenti in R&S intra-muros biotecnologica, con incrementi di +52% per industria e ambiente e di +64% per agricoltura e zootecnia. Nel complesso, tuttavia, tali investimenti restano ancora decisamente concentrati nell'ambito della salute umana per l'88%.
La quota di imprese di micro o piccole dimensioni supera l'80% del totale del settore, mentre le grandi imprese rappresentano il 9% dell'intera popolazione in analisi. Con una quota in continua crescita sul totale, oltre il 20% nel 2020, le start-up innovative contribuiscono significativamente all'espansione in termini di numero di imprese del settore delle biotecnologie in Italia.
A livello territoriale l'assetto del settore non presenta modifiche sostanziali. La presenza delle imprese biotech italiane e` diffusa su tutto il territorio nazionale e, sebbene si registri una lieve crescita di quota delle regioni del Mezzogiorno (dal 16,6% del 2014 al 19,2% del 2019), il settore rimane concentrato per piu` del 60% nel nord del Paese. La concentrazione e` ancora maggiore per le variabili economiche, con oltre l'85% del fatturato da attivita` biotech e piu` del 75% degli investimenti in R&S intra-muros che continuano ad essere realizzati in sole tre regioni: Lombardia, Lazio e Toscana. Unica regione meridionale che emerge per quota sul totale del numero di imprese e di investimenti in R&S e` la Campania.
"Quello delle biotecnologie e` un settore che ha potenzialita` straordinarie, confermato dagli strumenti che stanno permettendo al mondo di superare la pandemia: dal sequenziamento del genoma del virus ai test diagnostici, fino ai vaccino e agli anticorpi monoclonali, tutte le risposte al Covid 19 sono state biotecnologiche – ha spiegato il presidente Assobiotec-Federchimica Riccardo Palmisano –. Il Biotech e` universalmente riconosciuto quindi come un asset sul quale i Paesi sviluppati non possono non puntare per una ripartenza economica che sia anche sostenibile. Oggi siamo a un bivio cruciale ed e` il momento, come sistema Paese, di scegliere di seguire finalmente la strada dell'innovazione. Abbiamo grazie al Next Generation Eu e al Pnrr, risorse mai viste prima e un'attenzione delle Istituzioni e dell'opinione pubblica su diverse priorita` sulle quali da anni chiediamo interventi di policy. Sono tanti i segnali incoraggianti per lo sviluppo del settore che stanno arrivando dal Governo: l'innalzamento del credito d'imposta da 4 a 20 milioni, la nuova identita` e missione data dal Mise a Fondazione Enea Biomedical Tech con anche l'idea di raddoppiare la dotazione della Fondazione con altri 400 milioni a disposizione delle startup focalizzate sul biotech. E ancora la detassazione del capital gain per chi investe in startup e PMI innovative, solo per citarne alcuni. Tutti segnali incoraggianti, che fanno ben sperare e che ci fanno dire, con un pizzico di orgoglio, che i semi che in questi anni abbiamo gettato, hanno finalmente la possibilita` di germogliare, fermo restando una rapida implementazione delle necessarie riforme, a partire dalla semplificazione burocratica che ad oggi frena pesantemente il nostro settore".
"Dalle prime indicazioni emerge una sostanziale tenuta del settore delle biotecnologie in Italia, nonostante l'emergenza Covid-19 – ha commentato Gaetano Coletta, responsabile Servizio Offerta e Valorizzazione Servizi di Innovazione, Direzione Innovazione e Sviluppo Enea –. Il Rapporto Assobiotec-ENEA conferma, inoltre, il trend di cambiamento strutturale in corso nel settore, con la progressiva crescita delle applicazioni biotecnologiche per l'industria, l'ambiente, l'agricoltura e la zootecnia. Una dinamica, questa, strettamente legata ai processi innovativi volti ad una maggiore sostenibilita` ambientale che stanno caratterizzando molti comparti industriali, non di rado tradizionali, e per i quali il contributo delle biotecnologie e` spesso cruciale"
IMPATTO DELLA PANDEMIA SULLE IMPRESE – Quello delle biotecnologie in Italia e` un settore che, anche in un momento difficile come e` stato quello della pandemia, ha saputo fronteggiare al meglio condizioni e imprevisti dai contorni indefiniti. È quanto emerge dal
sondaggio sull' "Impatto della pandemia sulle aziende del settore biotech" effettuato tra maggio e giugno 2021 su un campione di imprese tra quelle seguite per l'elaborazione del rapporto con l'obiettivo di fotografare il comparto a un anno dalla pandemia e dalle norme che hanno regolato le attivita` economiche e occupazionali. I contenuti nel "BioInItaly Report 2021" mostrano che la dimensione ridotta delle imprese e la vocazione all'export (anche se nella maggior parte dei casi per meno di un terzo rispetto al totale prodotto) non hanno impedito alle imprese di affrontare le nuove condizioni, dimostrando resilienza e un buon grado di adattamento. Nel dettaglio circa il 70% delle imprese intervistate ha dichiarato un fatturato stabile, se non in aumento. Per coloro che hanno assistito a una sua diminuzione si parla di percentuali comprese tra il 20% e il 50% e si stima un rientro dei volumi precedenti in circa un anno. Per le imprese colpite dalla pandemia e` stato possibile accedere agli aiuti straordinari e ai finanziamenti garantiti dallo Stato, utilizzati peraltro da una quota ristretta delle aziende coinvolte. Nonostante le limitazioni imposte, la maggioranza delle aziende intervistate e` tuttavia riuscita a organizzarsi contando sulle proprie riserve e in funzione del contesto. Considerando, ad esempio, il livello dell'occupazione il rapporto rileva che questo e` rimasto stabile grazie anche a una ripianificazione che ha consentito il prosieguo delle attivita`; per alcune imprese si e` registrato addirittura un aumento della forza lavoro. Il report osserva per la gran parte delle imprese una tenuta delle attivita` di R&S che ha permesso di salvaguardare la quota di attivita` aziendali destinate all'innovazione. Circa le prospettive future sembra che le attivita` per il prossimo periodo si concentreranno su piu` fronti: in particolare si stanno pianificando nuove aree di attivita`/ricerca per rispondere alle esigenze della popolazione (attivita` di screening, prevenzione).
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