Benzina, perché alle «pompe bianche» costa meno? I trucchi dei furbetti per evadere accise e Iva

Nel triennio 2019-2021 la guardia di Finanza ha sequestrato 19 milioni di chili di carburanti, rilevando il consumo di 404 mila tonnellate di prodotti energetici non dichiarati

Benzina, perché nelle «pompe bianche» costa meno? I trucchi per evadere le accise e l'Iva
di Marta Giusti
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Venerdì 13 Gennaio 2023, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 11:39

Viaggiando sulle strade italiane non è raro imbattersi nelle cosiddette "pompe bianche", distributori di benzina che, solitamente, vendono il carburante a prezzi più bassi rispetto alla concorrenza. Le stazioni di servizio "no logo", è bene ricordarlo, sono perfettamente legali come quelle dei brand più famosi, ma alcune di loro si servono di sistemi fraudolenti per non pagare le tasse (Iva e accise) e rivendere la benzina a prezzi inferiori. Non tutte, naturalmente, ma gli espedienti utilizzati sarebbero ben collaudati e diffusi su un'ampia rete di gestori.

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Perché la benzina costa meno nelle pompe bianche? I trucchi dei gestori

Lo schema prevede l'arrivo in Italia di un'autocisterna dall'estero - solitamente Slovenia, Bulgaria o Polonia - che supera la frontiera e scarica la benzina in depositi di piccole dimensioni.

In questa fase si materializza il "trucco" per aggirare i controlli del Fisco: i depositi con stoccaggio inferiore alle 3mila tonnellate, infatti, non hanno l'obbligo di utilizzare il sistema informatizzato Infoil collegato con la Guardia di Finanza e l'Agenzia del Demanio. In questo modo la benzina importata non viene sottoposta ai rigidi controlli dell'agenzia delle entrate e può essere rivenduta alle pompe bianche senza pagare le tasse.

Solo nel triennio 2019-2021 la guardia di Finanza ha sequestrato 19 milioni di chili di carburanti, rilevando il consumo di 404 mila tonnellate di prodotti energetici non dichiarati. Un enorme giro d'affari che coinvolge le mafie e danneggia le casse dello Stato. 

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