Benzina, freno ai rincari con l’accisa “mobile”

Slitta a domani il consiglio dei ministri, difficoltà su extra-profitti e tetti per i costi. Più poteri al garante dei prezzi del Mise per contrastare le manovre speculative

Benzina, freno ai rincari con l accisa mobile
di Luca Cifoni e Alberto Gentili
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 12:49

Troppo complesse le norme sulla tassazione degli extra profitti delle società energetiche e quelle per fissare un tetto al prezzo di gas e luce. Così il Consiglio dei ministri fissato per oggi con gli interventi “taglia-prezzi” slitta di altre ventiquattr’ore. «Ma domani», garantiscono fonti di governo, «verrà sicuramente decisa una sforbiciata di 15 centesimi del costo di benzina e gasolio alla pompa attingendo all’extra gettito Iva e una rateizzazione delle bollette. Per gli altri due interventi si vedrà...». Novità in arrivo anche da Giancarlo Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico vuole introdurre nel decreto la possibilità per il garante dei prezzi, il cosiddetto Mr prezzi, di sanzionare - con multe da 500 a 5mila euro - chi non sa giustificare, in massimo 10 giorni, le variazioni dei prezzi. Si tratta nei fatti di una risposta alle ipotesi di speculazioni in atto emerse in questi giorni e rilanciate anche dal ministro Cingolani, a proposito dei carburanti. Il garante dei prezzi è una figura istituita al Mise diversi anni fa e poi scarsamente operativa in tempi più recenti. Sono previste anche garanzie Sace per le imprese strategiche e per chi riattiva impianti dismessi di ghisa destinata alla siderurgia. Nel pacchetto del Mise anche 800 milioni per i ristori delle imprese più danneggiate dal caro energia e un miliardo in più per il Fondo di garanzia Pmi oltre alla decontribuzione per chi assume da aziende in crisi.

L’obiettivo

Nel provvedimento taglia prezzi dovrebbe trovare posto anche il meccanismo per l’utilizzo dell’extra-gettito Iva al fine di calmierare i prezzi energetici, in particolare di benzina e gasolio.

Si tratta della cosiddetta “accisa mobile” già sperimentata in passato, di cui da tempo viene chiesta l’applicazione strutturale: di fatto la maggiore imposta che lo Stato incasserebbe (visto l’aumento del valore su cui è calcolata) viene destinato a tagliare temporaneamente l’accisa. In questo modo per il Bilancio dello Stato non cambia nulla ma c’è un risparmio per il consumatore: risparmio che l’esecutivo conta di quantificare in almeno 15 centesimi a litro. Siccome questa possibilità era già stata prevista con la legge finanziaria del 2007, l’intervento potrebbe scattare anche con un semplice decreto ministeriale: l’obiettivo è renderlo operativo per almeno un paio di mesi. Nel menu resta anche la conferma della rateizzazione delle bollette, già prevista da provvedimenti precedenti, che ora dovrebbe essere potenziata.


Ci vorrà più tempo invece per le misure complesse come quelle che toccano la tassazione degli extraprofitti delle imprese e l’eventuale tetto ai prezzi di gas e elettricità, capitolo quest’ultimo che è al centro dell’attenzione anche in sede europea. Ma i fronti aperti sono più di uno: i carburanti sono un problema non solo per i normali automobilisti ma anche (o soprattutto) per gli autotrasportatori, che hanno annunciato lo stop per protesta dal prossimo 4 aprile. Ci saranno misure specifiche anche su questo fronte, ha promesso la viceministra Bellanova. Il titolare dell’Agricoltura Patuanelli vorrebbe poi introdurre, a sostegno delle aziende agricole, una ristrutturazione dei loro debiti, mentre il suo collega Orlando, responsabile del Lavoro, sta studiando una forma di cassa integrazione specifica per le attività colpite dal caro energia.

Modello francese

Le preoccupazioni scatenate dalla crisi ucraina non riguardano però solo i prezzi, ma investono anche altri aspetti. Così ieri a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione a cui hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza Garofoli, e i ministri Franco, Giorgetti e Colao. Tema il golden power, la possibilità per il governo di intervenire quando attività di imprese incrociano interessi nazionali. L’idea è mettere a regime il meccanismo rafforzato - sul modello francese - che era stato adottato a seguito del Covid e che al momento è valido fino a fine anno.

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