Bce, Coeurè: «L'Italia non è minaccia per l'Europa. Millennials prima generazione più povera delle precedenti»

Benoît Cœuré Membro del Comitato esecutivo della Bce
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Mercoledì 13 Marzo 2019, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 21:39
«Oggi l'Italia è in recessione tecnica, ha un problema di crescita bassa» ma «non c'è motivo» per cui resti in recessione, anche se in ogni caso «la crescita sarà lenta». Lo ha detto Benoît Cœuré, componente del Comitato esecutivo della Bce, sottolineando che la situazione economica dell'Italia «non è una minaccia per l'Europa».

«L'Ue è più che mai necessaria per i suoi oltre 500 milioni di cittadini. Ma dobbiamo lavorare di più per garantire che i giovani adulti - molti dei quali devono affrontare prospettive di lavoro altamente incerte - possano trarre tutti i benefici di un'Europa unita», ha sostenuto ancora Cœuré, nella parte introduttiva del suo discorso all'incontro "Generazione euro. Cosa l'Europa può fare per te", organizzato dall'Università Bocconi.

«Per realizzare un'Europa più forte, tutti, compresi i giovani, devono parlare e farsi coinvolgere nei dibattiti», ha aggiunto rivolgendosi direttamente alla platea di studenti dell'ateneo milanese. Ma anni di crisi - ha sottolineato - hanno portato alcune persone a mettere in discussione questa idea dell'Europa e i critici dell'Unione europea sono aumentati negli ultimi anni.

«In Italia il reddito disponibile dei giovani è aumentato di circa il 20% in meno della media nazionale tra il 1986 e il 2010. Le generazioni più vecchie, al contrario, hanno visto aumentare le loro entrate», ha fatto notare ancora l'economista. «Più preoccupante - ha continuato - è che dal 2009 i redditi reali delle famiglie giovani, dopo aver considerato l'aumento dei prezzi, sono diminuiti o a malapena aumentati nella maggior part e dei paesi dell'area euro. In altre parole, i Millennials potrebbero diventare la prima generazione a non godere di redditi più alti rispetto alle generazioni precedenti».

In Europa servono «politiche strutturali e fiscali per creare le condizioni per una crescita bilanciata e sostenibile nei "giorni di sole", accanto alla nostra politica monetaria», ha sottolineato ancora il componente del comitato esecutivo
della Bce. Nei "giorni di pioggia" invece, ha continuato «c'è bisogno di un sistema di gestione delle crisi robusto e affidabile che eviti i risultati devastanti e le perdite di lavoro sperimentati dopo la crisi economica».

Secondo l'economista, «dobbiamo promuovere e attrarre investimenti privati così che le aziende europee possano diventare leader più che soggetti passivi nella quarta rivoluzione industriale», ha aggiunto. E poi è necessario che «i giovani studenti ricevano l'educazione di cui hanno bisogno per competere nel mercato globale del lavoro digitale e che siano adeguatamente protetti in un mercato del lavoro più esigente». 

 
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