Bank of America: rischio stop per i ricavi delle banche italiane

Bank of America: rischio stop per i ricavi delle banche italiane
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Lunedì 6 Aprile 2020, 16:45
(Teleborsa) - I ricavi delle banche italiane rischiano una "battuta d'arresto per la difficile situazione dei mercati e i minori volumi, e le perdite su crediti sono destinate ad aumentare fortemente con la contrazione del Pil".

È la stima degli analisti di Bank of America in merito alla situazione degli istituti di credito in Italia a seguito della crisi dovuta alla pandemia Covid-19.

Nel report BoA viene inoltre confermato il giudizio "Buy " per Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mediobanca mentre per Ubi e Banco Bpm "Neutral to Underperform" .

In dettaglio, secondo gli analisti Intesa Sanpaolo è stata in grado di "scaricare una parte significativa delle sue attività deteriorate senza compromettere i suoi livelli di capitale".

Per quanto riguarda gli anni futuri, gli analisti ipotizzano che il "pagamento dei dividendi rimarrà al 60% degli utili dichiarati. Si tratta di una percentuale inferiore all'obiettivo del 70% fissato dal business plan, ma riteniamo che l'autorità di regolamentazione possa mantenere una maggiore sensibilità al problema".

D'altra parte, continua il report, il capitale di Intesa Sanpaolo sarebbe incrementato di circa "110bps se non venisse pagato il dividendo 2019, ponendo la banca in una buona posizione rispetto ai livelli di capitale".

Sulla vicenda UbiBanca e la Ops lanciata da Intesa, gli analisti di Bank of America ritengono che in un "ambiente difficile, la razionalizzazione dei costi è ancora più necessaria, soprattutto per le banche nazionali. Riteniamo che questo punto sia stato compreso dal mercato in quanto, a nostro avviso, il trading di Ubi incorpora il premio significativo dell'Isp".

Gli analisti evidenziano inoltre che "il prezzo delle azioni di Ubi è all'incirca in linea con il rapporto di cambio offerto da Intesa Sanpaolo, ma non vi è alcuna certezza che l'offerta - che sarà lanciata in estate - avrà successo".

Inoltre viene ricordato che "due dei gruppi di azionisti di Ubi" hanno espresso "la loro opposizione" all'offerta. "Per questo motivo, in questa fase, preferiamo valorizzare Ubi come entità 'standalone' e, su questo in base a quanto detto, le azioni ci sembrano costose".

Infine, conclude il report, "valutiamo Ubi su un modello Gordon Growth (sconto sui dividendi), un approccio che ben si adatta ad una banca integrata nel mercato unico".

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