A questo proposito, ha detto in un'intervista a Repubblica, "già da tempo abbiamo chiesto alle banche di adottare strategie più prudenti in questi mercati, con un risk management più robusto e sistemi di limiti alle esposizioni, ma le nostre indicazioni finora non hanno avuto il seguito che ci saremmo aspettati. Rimaniamo preoccupati che questo possa essere un elemento di rischio nei prossimi mesi. Dall'inizio del 2018 a oggi le esposizioni con un'alta leva finanziaria sono aumentate da circa 300 miliardi a 500 miliardi di euro, una crescita del 66%, spesso anche con basse protezioni contrattuali che a parità di altre condizioni aumentano i rischi per le banche".
L'economista non si è detto troppo preoccupato dalle svalutazioni delle banche europee sulle loro partecipazioni in Russia. "Le svalutazioni non sono il problema principale - ha spiegato - Anche nel peggiore dei casi, se le banche europee dovessero per ipotesi azzerare il valore delle loro esposizioni, anche in derivati, verso controparti in Russia, Ucraina e Bielorussia, avrebbero ancora una patrimonializzazione pienamente sufficiente rispetto a quanto richiesto dalla vigilanza. Il grosso punto interrogativo non è tanto l'esposizione diretta delle banche verso quei paesi, ma un deterioramento delle prospettive di crescita più rilevante di quello che ci si aspetta al momento".
Gli istituti si troveranno anche a fare i conti con le scelte della BCE. "Per le banche la prospettiva di una normalizzazione dei tassi di interesse è un elemento positivo - ha detto Enria - Aumenta i margini di interesse e dunque incrementa la loro redditività. Ovviamente questa stessa dinamica potrebbe avere anche effetti negativi sulla qualità del credito, poiché alcuni debitori potrebbero trovare più difficile pagare il credito ottenuto. Inoltre un rialzo dei tassi potrebbe causare effetti negativi anche sulle valutazioni dei titoli a reddito fisso detenuti dalle banche. Tra gli istituti ci saranno vincenti e perdenti, ma l'effetto medio sul sistema sarà tutto sommato positivo".
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