Banche e assicurazioni, maxi-stangata da oltre 4 miliardi

Banche e assicurazioni, maxi-stangata da oltre 4 miliardi
di Roberta Amoruso
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Mercoledì 17 Ottobre 2018, 08:09
Molti dettagli sono ancora da definire. Su alcuni c'è nebbia fitta. E anche per questo sia banche che assicurazioni aspettano di vedere il testo dei provvedimenti prima di azzardare commenti. Ma in realtà la stangata fiscale del governo si commenta da sola e vale circa 4,2 miliardi. Il trattamento speciale è riservato soprattutto alle banche. A loro carico c'è un conto di circa 3,3 miliardi, stando alle tabelle del documento sulla manovra inviato a Bruxelles. Quanto basta, si spera, per saldare il conto dell'«arroganza» da pagare annunciato già mesi fa dal vicepremier Luigi Di Maio. C'è un po' di tutto nel capitolo degli Interventi fiscali sulle banche.

C'è l'annunciato differimento della deduzione delle svalutazioni e perdite su crediti fino al 2026. Un capitolo che vale circa 900 milioni e che costringerà gli istituti a spostare di diversi anni il vantaggio fiscale finora riconosciuto a chi deve mettere in bilancio le tanto odiate svalutazioni o perditi su crediti malati. Poi c'è il nuovo trattamento fiscale delle svalutazione su crediti secondo i nuovi principi contabili con le deduzioni spalmabili da ora in poi in dieci anni. Qualcosa che vale circa 1,1 miliardi e si aggiunge ad altrettante risorse (1,3 miliardi) da ricavare da non ben precisati altri interventi fiscali. In quest'ultimo paragrafo dovrebbe finire l'attesa minore deducibilità degli interessi passivi, (all'86% dall'attuale 100%). Ma secondo fonti del Tesoro la misura potrebbe essere sostituita o ridefinita. E chissà se la possibile correzione peserà meno di quanto già calcoli da Credit Suisse: l'impatto della norma sugli interessi passivi può avere un impatto del 3,9% degli utili delle banche.

IL CASO DELLE POLIZZE
Un capitolo a sé è dedicato al mondo delle assicurazioni. Anche in questo caso si tocca la leva del fisco. E dunque per il mondo delle polizze ci sarà la rideterminazione degli acconti, quindi della prima parte di imposte da versare sui premi. Così dall'aliquota attuale (il 59% per il 2019 e il 74% per gli anni successivi) si passerà al 75% per il 2019, al 90% nel 2020 e al 100% dal 2021. Una partita che nel complesso vale circa 900 milioni. In realtà, non si tratta di un vero aumento della tassazione, ma è destinato comunque ad incidere sulla liquidità delle assicurazioni. A questo proposito, il presidente di Generali Gabriele Galateri ha chiesto di «fare attenzione al settore assicurativo» e alla sua importanza. Tutto da chiarire, invece, l'affondo sulla Rc Auto.

L'obiettivo è «realizzare una Rc Auto equa, con canoni differenziati rispetto al territorio» eliminando «i vincoli di trasferimento della polizza da un assicuratore a un altro». Lo spirito del governo è quello di tagliare le tariffe al Sud, dove si paga la maggiore rischiosità. Ma è difficile riuscire in questa manovra senza spingere le compagnie ad aumentare i premi a Nord pur di far tornare i conti sulle riserve tecniche. Dunque, in attesa dei chiarimenti necessari, l'ipotesi più probabile è che la partita della polizza equa si giochi sulla portabilità della cosiddetta scatola nera. Ad oggi il maggiore vincolo nel passaggio tra assicuratori è rappresentato proprio dalla scatola nera, che permette lo sconto sul premio ma è legata alla singola compagnia. Di qui la necessità di dover smontare l'intero geolocalizzatore. Su questo passaggio laborioso per l'assicurato è già intervenuta l'ultima legge sulla concorrenza stabilendo la portabilità e l'obbligo di sconto. Di fatto, molti assicurati del Sud si sono già muniti di geolocalizzatore, ma lo sconto non sempre è quello atteso. Anche perché mancano ancora i decreti attuativi per definire le procedure dell'operazione. Passaggio che ora potrebbero essere accelerato.
 
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