Lo dichiara il Vicedirettore generale dell'Abi, Gianfranco Torriero, sottolineando che, in particolare, la Cgia di Mestre considera solo i cosiddetti impieghi vivi, cioè non tiene conto dei prestiti ricevuti dalle imprese e successivamente non rimborsati, cioè non tiene conto delle sofferenze, che sono comunque prestiti erogati alle imprese.
INFICIATO CONFRONTO INTERTEMPORALE - Tale osservazione – prosegue Torriero – assume ancora più rilevanza se i confronti vengono effettuati, come fa la Cgia di Mestre, prendendo a riferimento non solo l'andamento dell'ultimo anno ma anche il confronto rispetto al 2011, proprio l'anno in cui i prestiti hanno iniziato a trasformarsi in misura significativa in sofferenze. Pertanto non tenere conto delle sofferenze e delle sofferenze cedute o cartolarizzate inficia qualsiasi confronto intertemporale.
Secondo i dati ufficiali di Banca d'Italia – sottolinea la nota – a novembre 2018, i prestiti alle imprese sono aumentati su base annua dell'1,1% e non diminuiti come invece indicato dalla Cgia di Mestre.
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