Le attività finanziarie delle famiglie italiane – si legge nel rapporto – sono aumentate del 5,2% nel quarto trimestre del 2019 rispetto allo stesso trimestre del 2018. Bene i depositi, le assicurazioni ramo vita, i fondi pensione e TFR, i fondi comuni e le azioni e partecipazioni, in flessione le obbligazioni. A giugno 2020 i prestiti a famiglie e imprese sono aumentati del 2,8% rispetto a un anno fa (l'aumento era dell'1,6% a maggio). Tale evidenza – rileva l'Abi – emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d'Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni. A maggio 2020, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dell'1,9% su base annua. L'aumento è, invece, dell'1,3% per i prestiti alle famiglie.
I tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento, a giugno 2020, rimangono su livelli particolarmente bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è il 2,37% (2,40% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l'1,26% (1,33% a maggio 2020, 5,72% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l'1,28% (1,21% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).
Sul fronte della qualità del credito le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a maggio 2020 sono 26,2 miliardi di euro, in calo rispetto ai 32,6 miliardi di maggio 2019 (-6,4 miliardi pari a -19,5%) e ai 50,8 miliardi di maggio 2018 (-24,6 miliardi pari a -48,4%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 62 miliardi (pari a -70,5%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali – evidenzia il rapporto – è dell'1,51% a maggio 2020 (era 1,87% a maggio 2019, 2,93% a maggio 2018 e 4,89% a novembre 2015).
Per quanto riguarda la dinamica della raccolta da clientela, In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a giugno 2020, di oltre 93 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +6,1% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 9 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -3,9%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +4,7% a giugno 2020. Sempre a giugno il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,56%, (0,55% nel mese precedente). Questo ad effetto del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,35% (0,35% anche nel mese precedente); del tasso sui PCT, che si colloca a 1,10% (1,21% il mese precedente); e del rendimento delle obbligazioni in essere, 2,15% (2,11% a maggio 2020).
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie – conclude l'Abi – permane in Italia su livelli particolarmente infimi, a giugno 2020 risulta di 181 punti base (184 punti base nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
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