Banca Ifis vede le sofferenze bancarie in aumento a 377 miliardi nel 2024

Sedicesimo Market Watch Npl di Banca Ifis, presentato oggi a Villa Erba (Cernobbio)

Banca Ifis vede le sofferenze bancarie in aumento a 377 miliardi nel 2024
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Venerdì 23 Settembre 2022, 12:10

In un contesto internazionale che dopo la pandemia sta affrontando un secondo shock, scosso dall’aumento dei prezzi di energia, materie prime e beni alimentari, dall’incremento dei tassi di interesse a seguito della politica monetaria più restrittiva della Bce, una serie di fattori legati alla solidità del Paese potrebbero attenuare l’impatto di nuovi flussi di crediti deteriorati in arrivo. Sono le imprese resilienti che non rinunciano a investire, gli interventi pubblici consistenti, le famiglie poco indebitate, la maggior solidità e redditività delle banche che già alla fine del 2021 avevano raggiunto un Npe ratio del 4,1% (al di sotto quindi del target EBA del 5%). Un dato che, alla fine di quest’anno, secondo le stime del rapporto, scenderà al 3,2%. In questo scenario il comparto italiano degli Npl (non-performing loans) ha visto crescere l’importanza del suo ruolo, consentendo alle banche di realizzare un importante de-risking sui propri bilanci, con una stima di 357 miliardi di euro di portafogli Npe ceduti tra il 2015 e il 2022. Questo è quanto emerge dal sedicesimo Market Watch Npl di Banca Ifis, presentato oggi a Villa Erba (Cernobbio), durante l’undicesimo Npl Meeting intitolato quest’anno “Future Proof”. Un titolo significativo, scelto dall’Istituto per rievocare le importanti sfide che questo imprevedibile scenario ci chiede di affrontare, come spiegato dal Vice Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio: «Oggi, più che mai il nostro Npl Meeting rappresenta non soltanto un’imprescindibile occasione di confronto tra i principali operatori del mercato, alla luce delle nuove sfide che deve affrontare l’economia italiana e globale, ma anche una preziosa risorsa per policymaker e stakeholder per comprendere il valore dell’industry degli Npl». Dal 2022 si stima un aumento dello stock Npe (377 miliardi di euro a fine 2024) per l’incremento dei flussi di deteriorato e la riduzione dei tassi recupero.

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Ma non si tratta solo di efficienza di business: «Lo sforzo collettivo deve andare nella direzione della sostenibilità, coniugando l’approccio industriale con quello improntato all’etica, che favorisca la re-inclusione finanziaria di famiglie e imprese. Siamo convinti che questa sia la vera chiave del successo per il nostro settore. Solo così potremo vincere le difficili sfide che ci attendono ed essere, davvero, Future Proof», ha specificato Fürstenberg Fassio.
Secondo il Market Watch Npl, nel triennio 2022-2024, sono attesi 82 miliardi di euro di nuovi flussi di credito deteriorato, con un incremento di 10 miliardi, 6/9 mesi di ritardo rispetto alle previsioni dello scorso febbraio e un picco previsto nel 2023. Le solide performance delle banche italiane sono certamente incisive in questo contesto. Già alla fine del 2021, il comparto aveva raggiunto un Npe ratio del 4,1%[2] (al di sotto quindi del target EBA del 5%). Un dato che alla fine di quest’anno, secondo le stime del rapporto, scenderà al 3,2%.
«Lo scenario economico che ci troviamo ad affrontare – ha commentato Frederik Geertman, Amministratore delegato di Banca Ifis - ha subito profondi mutamenti a causa del nuovo shock dovuto alla crisi Russo-Ucraina, i cui effetti cominceranno a farsi sentire nei prossimi mesi. I dati del Market Watch lo confermano, stimando una dinamica di nuovi flussi di deteriorato che, seppur più lieve quest’anno, arriverà a 82 miliardi di euro nel triennio 2022-2024, con un incremento di 10 miliardi rispetto alle precedenti previsioni di febbraio. Aiuteranno, però, ad attenuare l’impatto, il risparmio delle famiglie, la liquidità delle imprese e la solidità e redditività delle banche. Queste ultime hanno infatti realizzato un importante lavoro di de-risking sui propri bilanci e lavorano per un ulteriore miglioramento degli Npe ratios. Questo è possibile grazie all’industria italiana di investimento e servicing degli NPL che si è dimostrata infatti particolarmente vitale anche nel confronto con quella europea, svolgendo un ruolo cruciale per la stabilità del sistema. Dobbiamo oggi guardare al futuro con l’ambizione di svolgere al meglio il nostro compito a supporto dell’economia reale, continuando a fare investimenti, tutelando la redditività e puntando su innovazione, nuove tecnologie e formazione delle persone».
Nel corso della mattinata, dopo l’intervento dell’Amministratore Delegato Frederik Geertman, Lucrezia Reichlin, Professor of Economics presso la London Business School, ha illustrato la sua visione su quali sono le priorità per il Paese alla luce dello scenario macro-economico.

A seguire, Paola Severino, Presidente SNA & Vice Presidente Università Luiss Guido Carli, ha approfondito il tema della riforma della Giustizia e degli interventi del Pnrr, con particolare riferimento al mercato dei crediti deteriorati e Giovan Battista Sala, Titolare Servizio Supervisione Bancaria 2 della Banca d’Italia, ha illustrato come la vigilanza reagirà a un nuovo shock per poi passare, dal fenomeno Npl, a una view più ampia che guarda alle sfide globali. Sono seguite due tavole rotonde: la prima, dal titolo «L’evoluzione del de-risking bancario alla prova dell’economia reale: il punto di vista delle banche», ha visto sul palco Elena Goitini Ad di BNL BNP PARIBAS, Giuseppe Castagna, Ad di Banco BPM e Corrado Passera, Founder & Ad di Illimity. La parola è poi passata a John Priest, MD - Head of COAC Europe & Australia di Cerberus, Eric Clause, Executive Vice President di PIMCO, Claus Spedtsberg, Presidente del FENCA e Katia Mariotti, CEO di Ifis NPL Investing che hanno discusso de «Le sfide dello scenario macro economico per investors e servicers: le esperienze internazionali».

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