Banca Ifis, banche accelerano dismissioni NPL

Banca Ifis, banche accelerano dismissioni NPL
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Martedì 26 Gennaio 2021, 11:00
(Teleborsa) - Le banche hanno accelerato le dismissioni di crediti deteriorati nell'ultimo trimestre dell'anno, proseguendo il trend già rilevato a settembre, nel corso dell'NPL Meeting di Cernobbio. Il 2020 chiude così con un volume di dismissioni di NPL pari a 38 miliardi di euro, che si stima possa raggiungere i 40 miliardi nel corso del 2021.
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E' quanto stima la tredicesima edizione del report Market Watch NPL di Banca Ifis, tenendo in considerazione una serie di fattori: gli effetti della pandemia sul PIL, l'evoluzione del quadro sanitario e della campagna vaccinale, l'ipotesi di un lockdown soft che penalizzi prevalentemente le attività commerciali, una proroga delle moratorie al 30 giugno 2021,gli interventi di sostegno attivati dal governo ed il piano Next generation EU.

Per il 2021 dunque si prevede un aumento degli NPL ceduti a 40 miliardi, di cui ben 30 miliardi già annunciati come prossime dimissioni e quindi in pipeline, ma si prevede che i flussi di cessione di manterranno "elevati" anche nel 2022, per effetto della crisi Covid-19 oltre che per la necessità di allineamento al target europeo (NPE ratio al 5%).

In crescita anche le operazioni su portafogli UTP con circa 24 miliardi di cessioni stimate: 12 miliardi nel 2021 e altrettanti nel 2022. Il mercato secondario - rivela il rapporto - confermerà la sua maturità contribuendo per il 29% nel corso del 2021 al totale delle transazioni (23% la quota scambiata nel secondario nel 2020).

I bilanci bancari evidenzieranno un deciso incremento del deteriorato con un default rate, cioè crediti performing che si trasformano in non performing, atteso in crescita al 2,6% nel 2021 e al 3% nel 2022, dopo esser rimasto fermo nel 2020 all'1,1% per effetto degli interventi pubblici legati all'emergenza (moratorie, decreti etc). Una dinamica che sarà alimentata dal default dei crediti relativi al comparto Imprese, con circa 80 miliardi di euro di nuovi flussi attesi nel biennio 2021-2022. Le previsioni tuttavia ci dicono che non dovrebbe essere raggiunto il picco registrato nel 2013 (4,5%).

Lo stock complessivo di NPE (che comprende i non performing loans, gli UTP e gli scaduti) si stima abbia raggiunto in Italia un valore di 340 miliardi di euro nel 2020, ma nel 2021 potrebbe salire a 389 miliardi di euro e addirittura toccare il record storico di 441 miliardi di euro nel 2022.

E' atteso anche un aumento dell'ammontare del deteriorato nei bilanci delle banche UE, che dovrebbe registrare una crescita del 40%, dopo anni di costante riduzione, per arrivare a 700 miliardi di euro nel 2021. Il report evidenzia come dal 2015, l'NPE ratio italiano, si è ridotto in misura maggiore rispetto alla media europea, passando dal 17% al 6%. I crediti non performing italiani costituiscono il 21% del totale europeo (dati al 30 giugno 2020), contro il 34% del 2015.

Quanto al mercato NPL, dal 2017 al 2020 si calcola siano stati investiti oltre 50 miliardi di euro per acquisire circa 214 miliardi di portafogli NPL. Stabile il prezzo medio di cessione di portafoglio Unsecured, le valorizzazioni dei portafogli Misti, Secured e UTP sono invece condizionate da Gacs e big deal.

Il rapporto, infine, stima che dal 2016 a oggi le Gacs abbiano sostenuto il mercato delle transazioni NPL per 85 miliardi di euro grazie a 35 operazioni. Sette i servicer ad oggi impegnati nelle operazioni finalizzate fino al 2020. Ad eccezione di due, tutti gli altri portafogli Gacsdimostrano performance in calo per effetto della pandemia.



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