Nel negoziato, ha sottolineato, "si dovrà evitare di riaprire il dibattito sul trattamento prudenziale dei singoli rischi, adoperandosi per individuare soluzioni condivisibili e compatibili con gli obiettivi della riforma. Il dialogo con l'industria e con l'Abi è essenziale". "Nel complesso, la nostra valutazione della proposta è positiva. Rimangono alcuni dubbi circa la tempistica, che appare per alcuni aspetti eccessivamente lunga, e andrà valutata anche alla luce dell'evoluzione della pandemia", ha dichiarato Angelini.
"Una insufficiente attenzione degli intermediari alle tematiche ESG, e in particolare a quelle ambientali, può tradursi in maggiore rischi, in primis di credito", ha infine sottolineato il Vice Direttore Generale della Banca d'Italia al Comitato Esecutivo dell'Abi. "Il quadro per il rischio fisico è già relativamente chiaro. Il settore assicurativo ha una lunga tradizione di gestione di questa tipologia di rischio; la gamma dei dati a disposizione è ampia; le banche in ritardo su questo fronte hanno gli strumenti per adeguarsi", ha aggiunto. "Va inoltre considerato che in futuro potrà contare non solo il rischio di credito effettivo, ma anche quello percepito – ha proseguito – Un intermediario potrebbe essere penalizzato dal mercato (maggiore costo di raccolta e capitale) anche solo in base alla percezione di un non adeguato controllo dei rischi climatici e ambientali. È quindi necessario rivedere in modo opportuno la governance e l'operatività aziendale, e migliorare la disponibilità di dati. Su questo fronte le linee guida emanate dal Comitato di Basilea, dall'Eba e dalla BCE forniscono già numerose indicazioni operative".
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