Mercato immobiliare, il ballo del mattone va in cerca di ritmo

Il ballo del mattone va in cerca di ritmo
di Marco Barbieri
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Giovedì 22 Novembre 2018, 16:11
Senza vedere una crescita esplosiva, è lecito attendersi una prospettiva positiva del mercato immobiliare. Nel 2017 le compravendite sono aumentate del 4,9% rispetto all'anno precedente, facendo registrare per il comparto residenziale il quarto incremento annuo consecutivo. Sono i dati offerti dall'Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) pubblicato quest'anno, curato dall'Abi e dall'Agenzia delle Entrate. L'Omi vede «il perdurare della crescita moderata degli scambi di abitazioni» e «una condizione di stazionarietà sul versante dei prezzi». Fin qui le rilevazioni. Ma anche le aspettative sono positive.



Secondo i risultati dell'indagine congiunturale Bankitalia sul mercato delle abitazioni in Italia condotta dal 25 giugno al 20 luglio 2018 presso 1.478 agenzie immobiliari, nel secondo trimestre del 2018 la quota di operatori che segnalano pressioni al ribasso sulle quotazioni degli immobili ha continuato a diminuire. «Anche le aspettative circa l'evoluzione a breve termine del mercato immobiliare nazionale rimangono positive, seppure in misura inferiore rispetto al trimestre precedente; il saldo tra giudizi favorevoli e sfavorevoli è sceso a 8,6 punti percentuali. Va segnalato che su un orizzonte di medio termine (due anni) le attese restano più favorevoli».

TRIENNIO DI CRESCITA
Limitando l'attenzione all'ultimo triennio, sono evidenti la ripresa del mercato residenziale e la discesa, seppure via via più lieve, dei prezzi. «Questa discesa secondo l'analisi elaborata dall'Omi - sicuramente è una delle cause della stessa ripresa delle quantità scambiate, assieme al livello assai basso dei tassi sui mutui e alle condizioni di miglioramento della situazione economica, occupazionale e dei redditi rispetto al biennio 2012-2013. In particolare, il balzo del 18,6% registrato nel 2016 del numero di abitazioni acquistate, ha trascinato il trend su livelli nettamente antecedenti alla crisi 2012-2013 e, per certi versi, in misura non prevedibile».
Questo incremento così elevato è forse ascrivibile alla crescita di una domanda che, a fronte di prezzi e tassi di interesse più bassi, ha considerato tali condizioni non destinate a permanere nel futuro e ha quindi accelerato l'acquisto (anticipandolo in parte e soprattutto realizzandolo rispetto ai rinvii degli anni precedenti). «Se tale spiegazione fosse ritenuta ragionevole, allora il dato di crescita registrato nel 2017 (+4,9%), nettamente inferiore a quello del 2016, deve leggersi come una conferma di un trend di crescita che non si è esaurito nella fiammata registrata nel 2016».

A ben guardare si tratta di un segnale positivo, di consolidamento del mercato, in cerca di una stabilizzazione dei prezzi, peraltro lungi dall'essere raggiunta: d'altronde «il divario tra prezzi offerti e domandati resta il motivo principale per la cessazione del mandato a vendere» secondo l'indagine Bankitalia. E' rimasta pressoché stabile, al 46,7%, l'incidenza di agenti che attribuisce il motivo della decadenza dell'incarico a proposte di acquisto a prezzi ritenuti troppo bassi dal venditore, mentre è diminuita la quota di chi segnala valutazioni giudicate troppo elevate dai potenziali acquirenti (al 53,8% dal 56,5%). Anche la percentuale degli agenti che ascrive la causa della decadenza degli incarichi alle difficoltà dei potenziali acquirenti nell'ottenere un mutuo è lievemente scesa (al 16,1% dal 18%).

IN PROVINCIA SI COMPRA DI PIÙ
L'analisi condotta da Omi mostra come la crescita complessiva, osservata a livello nazionale, sia lievemente maggiore nei comuni non capoluogo (+5,2%) rispetto alle compravendite nei capoluoghi (+4,4%).
Nel 2017 le 542 mila operazioni di compravendita hanno rappresentato il passaggio di proprietà di un totale di oltre 57 milioni di metri quadrati, con una superficie media per unità abitativa compravenduta pari a 105,8 metri quadrati.
Sul lato dei prezzi gli andamenti non hanno seguito quello delle compravendite. Va ricordato che la flessione è avvenuta a partire dal 2012 ed è proseguita ancora nel 2017. Tra il 2008 e il 2011, a differenza dalla media dei Paesi europei i prezzi rimangono sostanzialmente stazionari. Solo dal 2012 iniziano a scendere significativamente; ma negli ultimi due anni i ritmi si sono fatti più blandi. Nel resto d'Europa i prezzi delle abitazioni sono invece in crescita dal 2014.
 
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