Azimut, utile netto 2019 in aumento a circa 370 milioni. Titolo su in Borsa

Azimut, utile netto 2019 in aumento a circa 370 milioni. Titolo su in Borsa
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Giovedì 9 Gennaio 2020, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 17:48
Risultati da record per Azimut. Il gruppo ha messo a segno nel 2019 il miglior utile netto di sempre, a 30 anni dalla sua fondazione e a 15 anni dalla quotazione. I dati preliminari diffusi durante la convention a Montecarlo stimano un utile netto fra i 360 e 370 milioni, triplicato rispetto al risultato del 2018. La raccolta netta si attesta a 4,6 miliardi (350 milioni a dicembre 2019). Per il 2020 la stima è di un utile netto di 300 milioni come base.

Con questo risultato Azimut ha raggiunto tutti i target indicati nel business plan quinquennale per la terza volta consecutiva dal 2004, ma li ha anche superati. La raccolta netta di circa 4,6 miliardi nel 2019 porta il patrimonio complessivo a superare i 59 miliardi di euro (contro i 50 miliardi previsti a piano e più 16% rispetto a fine 2018) e ha superato l'obiettivo fissato a fine piano relativo alle masse totali delle attività estere del gruppo che hanno raggiunto il 29% del totale contro il 15% preventivato a piano. La contribuzione all'ebitda di gruppo dell'estero è stimata tra 50 e 55 milioni (circa più 53% rispetto al 2018).

Il 2019 ha visto inoltre «una forte accelerazione rispetto agli obiettivi di crescita delle attività all'estero che oggi valgono per quasi il 30% delle masse complessivo - precisa il presidente del gruppo Pietro Giuliani - infine siamo soddisfatti di aver lanciato i primi prodotti nel segmento dei private markets per democratizzare questa asset class che ci hanno permesso in pochi mesi di oltrepassare un miliardo di masse». Giuliani, aggiunge poi, che «nel 2019 abbiamo generato una performance media netta al cliente migliore del mercato e pari a circa il +8,5%. Non c'è modo migliore per festeggiare i 30 anni di storia di Azimut raggiungendo con successo, per la terza volta
consecutiva, tutti gli obiettivi previsti dal piano quinquennale».

I risultati dell'anno appena terminato vanno indubbiamente in questa direzione con un utile netto di fine esercizio che segna un nuovo record storico e una performance in Borsa (+128% al 31 dicembre 2019) che ha premiato il nostro titolo come il migliore del listino principale». «La fiducia che riceviamo dai clienti e dagli azionisti ci spingono a mantenere lo stesso passo serrato per raggiungere anche nel 2020 un risultato di almeno 300 milioni di utile netto», conclude Giuliani. 

Azimut ora è pronto a entrare nel real estate. «Abbiamo ottenuto ieri l'ok di Bankitalia - ha annunciato Paolo Martini, uno dei cinque amministratori delegati di Azimut - per ampliare la nostra operatività alla parte immobiliare». 

Andrea Cornetti, ex dirigente di Prelios è entrato nel gruppo da poco e sta strutturando il suo team ma è già il momento di annunciare il primo «fondo istituzionale da 800 milioni dedicato al real estate e alle infrastrutture sociali (scuole, housing per esempio)». Investirà solo in Italia, precisa il manager a margine della convention del gruppo che celebra i 30 anni dalla sua fondazione, «la dimensione del fondo è importante e ci sono molte zone in Italia che hanno bisogno di essere riqualificate». Entro l'anno infine arriverà anche la decisione se fare prodotti real estate anche per il retail.

Azimut, infine, ha lanciato ufficialmente il collocamento del fondo Italia 500, realizzato in collaborazione con P101 Sgr di Andrea Di Camillo, il venture capitalista della scuola di Elserino Piol. «Sarà un fondo comune di investimento alternativo chiuso e non riservato, la cui durata sarà di 10 anni, con un importo minimo di sottoscrizione di 5 mila euro. Le aziende target sono startup con un fatturato sino a 5 milioni e Pmi con sede prevalentemente in Italia, operanti su tecnologie, prodotti e/o servizi riferibili ai settori industriali e digitali, con un fatturato compreso tra i 5 e 50 milioni. Prosegue inoltre a pieno ritmo il progetto sugli investimenti alternativi la raccolta sui prodotti
lanciati nell'ultimo trimestre del 2019 è di oltre 450 milioni, portando a più di 1 miliardo le masse sui prodotti di private markets. 

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