Potrebbe essere vicina allo sblocco la complicata partita di Autostrade sulle tariffe e quindi agevolare le trattative con la cordata Cdp che entro il 30 novembre dovrebbe fare un’offerta vincolante. Il cda della concessionaria di giovedì 19, secondo quanto ricostruito dal Messaggero, ha infatti approvato la nuova versione del Piano economico finanziario, noto come Pef, a seguito dei rilievi dell’Autorità dei trasporti e il relativo Atto Aggiuntivo. Entrambi i documenti sono stati inviati a Palazzo Chigi, al Mit e al Tesoro. Va detto subito che la crescita tariffaria scenderà sotto l’1,75% annuo, così come richiesto dall’Autorità.
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La nuova versione del Piano arriva dopo diverse settimane di intense trattative e interlocuzioni tra i tecnici delle parti.
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Il turnover del personale
La quadra sarebbe stata trovata anche sul fronte dell’occupazione. L’indice di recupero di produttività sull’automazione dei caselli resta quello confermato dall’Art (il 2,2%), ma sarà applicato in 10 anni invece che in 5. Ciò consentirà di effettuare un turnover del personale in modo sostenibile, senza licenziamenti, ma usando incentivazioni e scivoli verso la pensione. Per converso, bisogna tenere conto che il nuovo piano industriale di Aspi che prevede 2.400 assunzioni entro il 2024.
Il calo ricavi
Sul fronte Covid è stato concordato il principio secondo cui una parte dell’ingente calo di traffico potrà essere recuperato, così da consentire la continuità delle attività manutentive e del piano di investimenti, ma le modalità di applicazione vengono demandate a un regolamento del Mit (ancora in corso di stesura) che varrà per tutto il settore autostradale. Peraltyro, nella lettera inviata ieri al Mit, Aspi comunica di accettare insieme al Pef anche l’Atto Aggiuntivo (in pratica, il contratto che serve a recepire il nuovo Pef nella concessione) nei termini proposti dal governo il 2 settembre scorso. In sintesi, Aspi ha accolto formalmente tutte le proposte del governo nella formulazione voluta dall’esecutivo: l’Atto Transattivo per la chiusura della procedura di revoca (a inizio ottobre), la nuova versione del Pef sulla base dei rilievi Art, l’Atto Aggiuntivo (ieri). La palla ora passa completamente nelle mani del governo, che non avrebbe più alcun motivo formale per tenere bloccato l’Atto Transattivo, l’Atto Aggiuntivo e il Pef per il rilancio del piano degli investimenti dopo oltre due anni di confronto.
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