Atlantia ora apre agli spagnoli: pronti a trattare su Autostrade

Atlantia ora apre agli spagnoli: pronti a trattare su Autostrade
di Rosario Dimito
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Sabato 13 Marzo 2021, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 14:01

MILANO «Non abbiamo alcun problema a trattare con gli amici della società spagnola Acs» su Autostrade per l'Italia. Carlo Bertazzo spariglia le carte e, dopo otto mesi di negoziato stop and go con Cdp e i suoi alleati (Blackstone e Macquarie), da un lato apre alla manifestazione d'interesse del 26 febbraio fatta dal patron del gruppo di Madrid specializzato nell'ingegneria per le costruzioni civili, socio di Atlantia in Abertis, pronto a investire una quota della liquidità derivante dalla vendita di asset al colosso francese Vinci proprio in Aspi; dall'altra fa capire a Cassa che la holding ha offerte alternative.

La mossa a sorpresa del ceo di Atlantia arriva nel giorno in cui Cdp Equity ha scritto ad Atlantia chiedendo di prorogare l'offerta vincolante del 24 febbraio di 9,1 miliardi con l'onere di 1,5 miliardi di garanzie dal 16 al 27 marzo: proroga che sarà il cda del 16 della holding veneta ad esaminare.

Bertazzo ha parlato durante la call con gli analisti delle principali banche internazionali, nella quale ha esposto il piano di sviluppo industriale anticipato dal Messaggero. Se il dialogo fra Bertazzo e Perez dovesse decollare, la strada maestra per l'ingresso del presidente del Real Madrid nella concessionaria autostradale passerebbe dalla seconda gamba del cosiddetto dual track, e cioè l'acquisto di una quota del 55% del nuovo veicolo societario Autostrade Concessioni e Costruzioni (Acc).


Tre punti di divergenza


Perché questo accada, è però necessario mettere un punto fermo alla trattativa tra Atlantia e Cdp sulla vendita diretta di Aspi, che sembra nuovamente su un binario morto. Lo stesso Bertazzo, pur confermando la volontà di Atlantia di proseguire nelle trattative, ha elencato i tre fronti aperti sui quali tra le parti si registra una distanza siderale: il valore di Aspi (le valutazioni degli advisor di Atlantia oscillano tra 10,5 e 12 miliardi), le indemnities (700 milioni di garanzie per i danni indiretti del Ponte di Genova e 810 milioni per una vecchia causa già vinta da Aspi in primo grado) e, in generale, l'intero impianto contrattuale.

La proposta del consorzio Cdp di avvalersi di una quinta proroga dimostra che difronte al no di Atlantia sul prezzo, Cdp è disposta a un ritocco. Si dovranno però capire le intenzioni dei due fondi alleati che, al momento, fanno sapere di essere allineati a Via Goito. Avendo più tempo a disposizione si vedrà anche se dalle banche di Atlantia (Goldman Sachs, Mediobanca, JpMorgan, Bofa Merrill Lynch) trapela che nelle prossime ore verrà avviata la trattativa con Bbva e Santander, advisor e creditori di Acs. E, se si dovesse pervenire a un'offerta soddisfacente, la holding metterebbe con le spalle al muro il consorzio Cdp che se non fosse disponibile a un rialzo congruo, si spianerebbe la strada alla partnership italo-iberica su Aspi.

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A suscitare interesse nei mercati ieri è stata anche la strategia di sviluppo di Atlantia sul fronte aeroportuale. Il team di Bertazzo punta infatti a sfruttare la necessità di consolidamento dei principali scali europei colpiti duramente dalla pandemia, contando sul fatto che il traffico aeroportuale, soprattutto delle mete leisure, tornerà ai livelli pre-Covid solo nel 2023-2024. Tutta ancora da sviluppare, ma di grande potenziale, è la nuova linea di business dedicata alle forme di mobilità integrata, che Atlantia ha dimostrato di voler intraprendere entrando a sorpresa nel capitale della start up tedesca Volocopter insieme a BlackRock. Sul fronte dell'innovazione e della sostenibilità, è stato infine annunciata ieri la costituzione di un fondo di venture capital, che Atlantia capitalizzerà nelle prossime settimane con alcune centinaia di milioni.

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