In pratica, 8 modelli a benzina e 7 diesel, prodotti nelle fabbriche italiane, vengono colpiti dalla nuova imposta mentre gli incentivi previsti dal provvedimento vanno a favorire auto elettriche o ibride prodotter all'estero. «E' assurdo penalizzare la produzione italiana a poche settimane dal varo di un piano di investimenti in Italia per 5 miliardi in tre anni da parte della Fca», ha spiegato Ferdinando Uliano coordinatore della Fim-Cisl per le fabbriche italiane di FCA. «E' puro autolesionismo economico - ha ribadito Gianluca Ficco, responsabile per i lavoratori Fca iscritti alla Uilm - Forzare i tempi sulle auto elettriche quando la produzione italiana non è ancora pronta rasenta l'assurdo anche perché arriva a pochi giorni dal piano FCA che prevede proprio l'elettrificazione di molti modelli».
«La Fiom ritiene assolutamente positiva l'attenzione del Parlamento sul comparto dell'auto>, si legge in un comunicato della Fiom-Cgil. «Il 2019 - spiega il sindacato guidato da Francesca Re David - sarà l'anno degli ammortizzatori sociali perché c'è un complessivo aumento del ricorso agli ammortizzatori in tutti gli stabilimenti. Il problema serio sono
gli investimenti a fronte della trasformazione in corso nel settore».
I sindacati hanno ribadito che se FCA dovesse ridurre gli investimenti e dunque l'occupazione a causa dell'ecotassa scatterebbero forme di mobilitazione per difendere gli interessi degli 80.000 dipendenti FCA in Italia e degli oltre 100.000 coinvolti nell'indotto.
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