A causa della crisi innescata dal Covid-19 le immatricolazioni sono crollate nei primi tre trimestri dell'anno e la situazione non accenna a migliorare. "La pandemia è chiaramente il più grande rischio singolo mai affrontato dall'industria automobilistica – ha affermato il presidente di Acea e Ceo di Fca, Michael Manley –. Sta aggiungendo enormi pressioni sul nostro settore in un momento in cui sta affrontando cambiamenti tecnologici fondamentali. A questo si aggiunge la prospettiva di una Brexit senza accordi. Abbiamo urgente bisogno di trovare soluzioni con il minimo danno a posti di lavoro e investimenti, mantenendo allo stesso tempo una forte attenzione alla sfida climatica. Il piano climatico 2030 recentemente proposto dalla Commissione europea richiederà enormi investimenti aggiuntivi da parte nostra in questo momento difficile. Tuttavia i nostri investimenti da soli non saranno mai sufficienti. Se vogliamo che la mobilità a emissioni zero diventi una possibilità reale per tutti gli automobilisti europei abbiamo anche bisogno di una vasta rete di punti di ricarica e stazioni di rifornimento in tutta l'Ue, insieme ad incentivi economicamente sostenibili". L'Acea chiede che il sostegno dei piani nazionali per l'emergenza Covid venga ampliato stimolando la domanda di auto, furgoni, camion e autobus ad alimentazione alternativa rafforzando così la ripresa economica nel Vecchio Continente e le sue ambizioni climatiche.
Nel dettaglio tra i cinque mercati principali è la Germania ad aver subito le peggiori conseguenze con 1.077.943 di unità perse, seguita da Spagna (754.978), Francia (416.149), Regno Unito (324.460) e Italia (284.785).
© RIPRODUZIONE RISERVATA