Tasse sul lavoro, stipendi più alti sino al 4,5%: cosa cambia per la fascia 26.000-35.000 euro

Tasse sul lavoro, stipendi più alti sino al 4,5%: cosa cambia per la fascia 26.000-35.000 euro
di Michele Di Branco
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Giovedì 16 Gennaio 2020, 00:39 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 01:17

Ecco la platea esatta di lavoratori dipendenti che si preparano, probabilmente a partire da luglio, ad incassare il dividendo della riduzione del cuneo fiscale che il governo metterà a punto attraverso una legge delega che dovrebbe essere approvata entro il mese di aprile. L’ipotesi alla quale lavora Palazzo Chigi prevede la trasformazione del bonus Renzi in detrazioni in favore dei contribuenti attualmente esclusi dal beneficio e negli esempi elaborati dal centro studi Eutekne viene evidenziato come si forma il risparmio di 960 euro del quale si parla e di quanto questo incida in termini di aumento del reddito al netto Irpef per i dipendenti con reddito complessivo da 26.600 a 37.000: si va dal 4,5 per cento a scalare.

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L’ipotesi di base è, ovviamente, quella di un intervento strutturato nella forma di aumento della detrazione per lavoro dipendente nella misura di 960 euro a favore dei dipendenti con reddito fino a 35.000, che diminuisce fino ad azzerarsi a 37.000 euro di reddito. I dipendenti con reddito complessivo compreso tra 26.600 e 35.000 euro (cioè quelli sino ad ora esclusi da 80 euro che comincerebbero a prendere l’aumento della detrazione per la misura equivalente di 960 euro annui) sono appunto 3,4 milioni e sul piatto ci sono 3,2 miliardi. Restano poi circa 1,8 miliardi che consentiranno di alzare di 20 euro mensili (cioè da 960 a 1.200 euro annui) gli 80 euro che vengono già percepiti da circa 9 milioni di dipendenti con reddito tra 12.000 e 26.600.



GLI INCAPIENTI
Invece per i 2 milioni di dipendenti che prendono già gli 80 euro con redditi compresi tra 8.100 e 12.000 euro nulla cambia in meglio o in peggio se per loro, come sembra, verrà mantenuta la forma del bonus che gli consente di fruirne anche se sono incapienti. «Se l’intenzione è quella di inte­rvenire in modo selettivo solo a favore dei dipendenti, la scelta di allocare il grosso delle risorse disponibili sui redditi medi che sino ad oggi non avevano ancora potuto fruire dell’intervento del Governo Renzi è senza dubbio corretta» spiega Enrico Zanetti, presidente di Eutekne. «Detto questo - aggiunge l’ex viceministro dell’Economia - intervenire in modo selettivo aumentando detrazioni settoriali come quelle per lavoro dipendente e dichiarare al contempo di voler procedere a un ridisegno complessivo dell’Irpef significa enunciare due obiettivi oggettivamente incompatibili, perché il ridisegno dell’Irpef si fa con aliquote e scaglioni, mentre ogni miliardo in più messo su detrazioni è un miliardo di difficoltà in più nel procedere poi a questo ridisegno senza scontentare chi percepisce quelle detrazioni».

GLI INCONTRI
Il cantiere per la riforma dell’Irpef si aprirà domani, quando il governo presenterà ai sindacati la propria proposta. Per questo nella giornata di oggi il ministro Gualtieri vedrà viceministri e sottosegretari del suo dicastero ed anche Luigi Marattin per Italia Viva. Obiettivo dell’esecutivo è affiancare nei limiti del possibile il primo pezzo della riforma - quello relativo appunto al cuneo fiscale che potrebbe anche prendere anche la forma di un decreto legge - e il ridisegno generale delle aliquote.
 

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