Assunzioni, evitata la stretta. Ministero del Lavoro rivede norma su trasparenza e taglia i documenti

L’uso di mail e il rimando agli accordi collettivi permettono di muoversi come nel vecchio regime

Assunzioni, evitata la stretta. Ministero del Lavoro rivede norma su trasparenza e taglia i documenti
di Michele Di Branco
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Venerdì 12 Agosto 2022, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 13:22

Contratti di assunzione, il ministero del Lavoro ammorbidisce la riforma. Il pressing di molte categorie produttive e professionali ha fatto breccia sul governo. Per effetto del decreto Trasparenza in vigore da domani, in fase di assunzione, datori di lavoro e committenti saranno tenuti a comunicare ai lavoratori tutta una serie di informazioni minime relative al rapporto di lavoro. Con il risultato che la lettera d’assunzione sarà molto più corposa di prima, in quanto dovrà contenere una comunicazione dettagliatissima su diciassette punti diversi. La novità ha provocato molte polemiche. Le aziende avevano fatto notare che, a prescindere dal fatto che introdurre una riforma così impegnativa a metà agosto avrebbe creato una montagna di problemi, nella sostanza si inseriva nel meccanismo delle assunzioni un elemento di grave complicazione. Vale a dire l’impossibilità, da parte di chi assume un lavoratore, di rimandare i dettagli del rapporto al contratto collettivo nazionale. Ebbene, quest’ultimo aspetto è stato modificato. 

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La novità

Con una circolare emanata nelle ultime ore, il dicastero ha chiarito che «con specifico riferimento alle modalità di comunicazione delle informazioni, fermo restando che con la consegna del contratto individuale di lavoro o di copia della comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro il lavoratore deve essere già informato sui principali contenuti della sua attività (come per esempio orario di lavoro giornaliero per numero giorni alla settimana e importo retribuzione mensile per numero delle mensilità), la relativa disciplina di dettaglio potrà essere comunicata attraverso il rinvio al contratto collettivo applicato o ad altri documenti aziendali, qualora gli stessi vengano contestualmente consegnati al lavoratore ovvero messi a disposizione secondo le modalità di prassi aziendale». È del tutto evidente che il ministero del Lavoro ha voluto semplificare la vita alle aziende.

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I rischi

L’indicazione dettagliata di elementi come periodo di prova, sede di lavoro, orari di lavoro e cambiamenti di turno, retribuzione, fruizione delle ferie, fino alla prevedibilità minima della prestazione professionale in caso di lavori “atipici”, senza la possibilità di ricorrere al contratto collettivo, erano elementi destinati a ingolfare gli uffici del personale.

Una complicazione non solo per le grandi aziende ma anche per le famiglie che intendono avvalersi dell’aiuto di colf, badanti e baby sitter). Inoltre c’era il rischio che troppi documenti (si parla di contratti fino a 10 pagine) potessero risultare poco comprensibili ai destinatari con l’effetto paradossale di incentivare il lavoro nero o bloccare le assunzioni. I consulenti del lavoro, in particolare, avevano censurato non solo le complicazioni burocratiche ma anche la tempistica dell’entrata in vigore del decreto, in piena stagione estiva proprio a ridosso di Ferragosto.

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