"Nel 2021, i sinistri assicurati per calamità naturali hanno nuovamente superato la media decennale precedente, proseguendo il trend di aumento annuo dei danni del 5-6% registrato negli ultimi decenni. Sembra essere diventata la norma che almeno un evento di pericolo secondario, come una grave inondazione, una tempesta invernale o un incendio boschivo, provochi ogni anno perdite superiori a 10 miliardi di dollari", ha affermato Martin Bertogg, responsabile di Cat Perils presso Swiss Re.
I due disastri naturali più costosi dell'anno sono stati entrambi registrati negli Stati Uniti. L'uragano Ida, che ha coinvolto un'area che va da New Orleans a New York, ha portato a 30-32 miliardi di dollari di danni assicurati, mentre a causa della tempesta di neve Uri, che ha colpito principalmente il Texas, sono stati registrati 15 miliardi di dollari danni assicurati.
L'evento più costoso in Europa è stato l'alluvione di luglio in Germania, Belgio e paesi vicini, che ha causato fino a 13 miliardi di dollari di danni assicurati, a fronte di perdite economiche superiori a 40 miliardi di dollari. L'inondazione è stata il disastro naturale più costoso per la regione dal 1970 e anche il secondo più alto al mondo, dopo l'alluvione in Thailandia del 2011, secondo l'analisi del gruppo assicurativo.
"L'impatto dei disastri naturali che abbiamo sperimentato quest'anno evidenzia ancora una volta la necessità di investimenti significativi nel rafforzamento delle infrastrutture critiche per mitigare l'impatto delle condizioni meteorologiche estreme", ha affermato Jérôme Jean Haegeli, capo economista del gruppo Swiss Re - Gli investimenti nelle infrastrutture supportano la crescita sostenibile e la resilienza e devono essere potenziati".
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