Assegno unico: 2.100 euro per ogni figlio. Domande da gennaio: ecco come varia in base a reddito e famiglia

In Consiglio dei ministri il decreto con i sostegni in base al livello di reddito. Importo pieno annuale ai nuclei con Isee a 15.000 euro. Cifra minima 50 euro al mese

Assegno unico: 175 euro al mese per figlio. Così varia in base a reddito e nucleo familiare
di Giusy Franzese
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Mercoledì 17 Novembre 2021, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 22:51

Il primo assegno arriverà quando è ancora nel pancione della mamma, a partire dal settimo mese di gravidanza, poi lo accompagnerà per tutto il percorso di crescita fino al compimento del ventunesimo anno di età. È l’assegno unico per i figli, che partirà da marzo prossimo. Domani il Consiglio dei ministri varerà l’atteso decreto attuativo con le cifre scaglionate a seconda del reddito familiare. Per chi ha un Isee fino a 15.000 euro l’importo dell’assegno sarà di 175 euro al mese a figlio, ovvero 2.100 euro l’anno. Man mano che il reddito sale, il contributo diminuisce: con un Isee più alto di 5.000 euro l’anno (fino a 20.000 euro) l’assegno sarà di 150 euro al mese a figlio, ovvero 1.800 euro all’anno; un Isee fino a 30.000 euro porta l’assegno unico a 100 euro al mese. Sopra i 40.000 euro di Isee la cifra si stabilizza a 50 euro al mese, ovvero 600 euro l’anno. 

L’assegno sarà erogato anche per i figli maggiorenni a carico, fino al compimento del 21esimo anno d’età: in questi tre anni però la cifra quasi si dimezza, passando ad esempio dai 175 mensili (per i redditi fino a 15.000 euro) a 85 euro.

Sono a carico non soltanto i figli che frequentano «un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea», ma anche quelli che svolgono «un tirocinio» o hanno un lavoro con reddito complessivo «inferiore a 8.000 euro annui», oppure sono «registrati come disoccupati e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l'impiego», oppure svolgono «il servizio civile universale».

Assegno unico, le maggiorazioni

Sono previste maggiorazioni per le famiglie numerose, dal terzo figlio in poi: 85 euro in più al mese se l’Isee è fino a 15.000 euro; 71 euro in più con Isee fino a 20.000; 43 euro in più con Isee fino a 30.000 euro; 15 euro al mese in più sopra i 40.000 euro di Isee. Previste ulteriori maggiorazioni nel caso in cui entrambi i genitori lavorino (30 euro in più al mese a figlio minorenne con Isee fino a 15.000 euro, poi si riduce gradualmente fino a scomparire a 40.000 euro di reddito) e per i nuclei familiari con 4 o più figli (maggiorazione forfettaria di 100 euro mensili). Per i primi tre anni di applicazione dell’assegno unico, inoltre, è prevista una “maggiorazione transitoria” per i redditi fino a 25.000 euro che nel 2021 hanno percepito l’assegno familiare. 

 

 

Aiuti consistenti

Si tratta quindi di aiuti significativi. Prendiamo una famiglia di quattro figli della prima fascia di reddito (fino a 15.000 euro): ogni mese riceverà 970 euro (175+175+260+260+100 di forfait). Anche per i figli disabili sono previste maggiorazioni: se minorenni si va da 105 euro mensili in più in caso di non autosufficienza, a 85 euro in caso di disabilità media; se maggiorenni entro 21 anni la maggiorazione è di 50 euro al mese. Nel caso di figli disabili l’assegno sarà erogato senza limiti di età, quindi anche dopo i 21 anni. Sono previste maggiorazioni anche per le mamme-baby con meno di 21 anni (20 euro in più a figlio a mese).

Al momento della registrazione della nascita del figlio, sarà l’ufficiale di stato civile a informare le famiglie sull’assegno. Oltre ai cittadini italiani, l’assegno unico spetta anche agli stranieri con diritto di soggiorno (se cittadini Ue) o permesso di soggiorno di lunga durata o contratto di lavoro (anche studio e ricerca) di almeno sei mesi. Bisogna inoltre pagare le imposte sul reddito in Italia. L’assegno spetta anche ai beneficiari del Reddito di cittadinanza: in questo caso (per tutti gli altri è su domanda) sarà erogato d’ufficio dall’Inps e sarà calcolato sottraendo dall’importo teorico spettante la quota di Reddito di cittadinanza relativa ai figli minori che fanno parte del nucleo familiare, calcolata sulla base della scala di equivalenza. 

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