Assegno unico figli: domande al via sul sito Inps, aumento di 55 euro. Gli importi e le scadenze, a chi spetta

I sostegni alle famiglie
di Roberta Amoruso
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Venerdì 18 Giugno 2021, 20:52 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 22:44

Assegno unico figli: è scattata la nuova macchina dell’assegno temporaneo per i figli che porterà dritto all’Assegno unico familiare approvato l’8 giugno dal governo. Un primo step è partito il 17 giugno. Da questa data è infatti disponibile la procedura sul portale Inps per chiedere o rinnovare l’assegno al nucleo familiare che è stato appena maggiorato per i prossimi sei mesi proprio con il Dl 79/2021 approvato dal governo.

La domanda per l'assegno unico figli

La procedura prevede che la domanda sia inoltrata dai lavoratori dipendenti del settore privato che hanno diritto alla prestazione. E dunque, come ogni anno, di questi tempi, i beneficiari dell’assegno in questione devono chiedere il rinnovo degli Anf (Assegno al mucleo familiare), dichiarando il reddito familiare dell’anno precedente su cui vengono rimodulati gli importi. Di qui la precisazione dell’Inps che ha annunciato la possibilità di inoltrare la domanda online sul portale Inps, accedendo al servizio tramite i codici di identificazione personale (Spid e simili).

Assegno unico, al via le domande per il periodo dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022

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Già dal 2019 infatti la procedura è diventata telematica: può farla direttamente il lavoratore interessato oppure, può essere fatta anche attraverso il patronato o altri intermediari. La domanda sarà valida per il periodo dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022, ma in base a quanto dichiarato dal Governo - che nel frattempo sta lavorando per l’attuazione della legge delega 46/2021 - dal prossimo anno gli Anf verranno sostituiti dal nuovo assegno unico universale che andrà a riordinare tutte le misure per la famiglia attualmente esistenti.

La domanda in questione sarà dunque necessaria per fruire degli assegni al nucleo familiare per i prossimi sei mesi. Sssegni che intanto proprio il Dl 79/2021, ha maggiorato per i prossimi sei mesi di 37,50 euro per ciascun figlio minore nei nuclei familiari fino a due figli (e di 55 euro per ciascun figlio nei nuclei familiare con almeno tre figli minori). Gli aumenti arriveranno a circa 4 milioni di lavoratori dipendenti per un costo complessivo di ulteriori 1,5 miliardi.

Nel frattempo gli Anf, proprio con il Dl 79/2021, sono stati maggiorati per i prossimi sei mesi di 37,50 euro per ciascun figlio minore nei nuclei familiari fino a due figli (e di 55 euro per ciascun figlio nei nuclei familiare con almeno tre figli minori). Ad avviare la procedura è stato un messaggio dell’Inps che include le consuete tabelle di calcolo e rivalutazione annuale dei redditi per il nucleo familiare rispetto alle diverse tipologie di nuclei e maggiorazioni per i nuclei con figli. Successivamente all’inoltro della domanda e delle verifiche dell’Inps, spiega l’istituto, verranno calcolati gli assegni e le eventuali maggiorazioni. Ma le modalità verranno dettagliate in una circolare nei prossimi giorni. Stessa rotta da seguire nel caso di pagamento diretto della prestazione familiare da parte dell’Istituto per i soggetti percettori di trattamenti di Cigo, Cigs, Cigd, Aso, Cisoa (impiegati) e Ima.

L’assegno-ponte

Sarà aperta a luglio, invece, la procedura per le domande per l’assegno unico transitorio o “ponte” introdotto per la prima volta dal Dl 79/2021. L’Inps dovrà chiarire entro il 30 giugno le modalità per presentare domanda a partire da luglio. Nei prossimi sei mesi la misura temporanea andrà a tutti coloro che non hanno diritto agli assegni al nucleo familiare (lavoratori autonomi, partite Iva, forfettari, disoccupati di lungo corso), in attesa della riforma delle misure di sostegno per le famiglie. Questo in attesa che la nuova misura entri a regime per tutti da gennaio 2022. C’è tempo fino al 30 settembre per presentare in questo caso la domanda e l’assegno «viene comunque corrisposto retroattivo a partire da luglio», ha promesso La ministra della Famiglia Elena Bonetti. Se la domanda viene presentata a ottobre invece l’assegno «partirà da ottobre».

La platea

Dal primo luglio quindi riceverà l’assegno unico per i figli chi attualmente non può usufruire dell’assegno familiare, quindi lavoratori autonomi ma anche disoccupati che hanno finito la Naspi, incapienti e inattivi. Rientrano nella norma ponte anche i lavoratori dipendenti oggi esclusi dagli assegni al nucleo per ragioni di reddito familiare (livello e composizione) e i beneficiari del reddito di cittadinanza che non percepiscono l’assegno familiare. Una platea di oltre due milioni di persone che fino ad oggi, al massimo, poteva usufruire solo delle detrazioni per i figli a carico dalla dichiarazione dei redditi.

I requisiti 

L’assegno varrà per i figli da zero a 18 anni. Non bisogna superare un Isee familiare di 50.000 euro. Possono richiedere il beneficio i cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea; i titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; i cittadini extra Ue con permesso di soggiorno per lungo periodo, per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale. È, inoltre, necessario essere residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

L'importo

L'importo dell’assegno varia a seconda del reddito Isee (più è basso il reddito più è alto l’assegno) e del numero dei figli (è identico per il primo e il secondo figlio, maggiorato del 30% dal terzo in poi): si va quindi da un massimo di 217,8 euro a figlio al mese (un nucleo con tre figli minorenni e un Isee inferiore a settemila euro) fino a scendere a 30 euro (per chi ha un Isee compreso tra i 39.900 euro e 50.000 euro, soglia oltre la quale non si prende nulla). Una famiglia con reddito nella prima fascia di reddito e tre figli minorenni riceverà 653 euro al mese, che nel semestre diventano un bel tesoretto di 3.918 euro. Una famiglia simile come componenti ma che si trova nella fascia di reddito più alta prenderà 90 euro al mese, ovvero 540 euro. In presenza di ragazzi disabili l’assegno è aumentato di 50 euro al mese. Il beneficio medio, secondo i calcoli del governo, si aggira intorno ai 1.056 euro all’anno per nucleo e 674 euro per figlio. Oltre i 50.000 euro di Isee, come detto, non è previsto nulla. Il costo complessivo in questi sei mesi di “ponte” sarà di 1,5 miliardi di euro.

La domanda

Dovrà essere presentata sul portale dell’Inps, una volta che saranno state rese note le relative istruzioni. Si può presentare anche attraverso Caf e patronati. Come detto, chi ha i requisiti e presenta la domanda entro il 30 settembre riceverà anche le somme retroattive che gli spettano dal primo luglio. L’assegno sarà poi erogato mediante accredito su Iban del richiedente; in caso di affido condiviso dei minori, l’assegno potrà essere accreditato in misura pari al 50% sull’Iban dell’altro genitore. Cumulabilità con reddito di cittadinanza Anche i percettori del RdC avranno diritto all’Assegno ponte. Tuttavia, i due strumenti non si cumulano pienamente. Dall’importo complessivo verrà sottratta la quota del RdC imputabile alla presenza di figli nel nucleo. Resta fermo l’altro principio di Delega secondo cui le due prestazioni saranno erogate congiuntamente: il ricalcolo sarà fatto d’ufficio dall’Inps e questi nuclei non dovranno presentare alcuna domanda.

A regime Da gennaio 2022 entrerà a regime la norma generale sull’assegno unico che riguarderà tutti. Anche i lavoratori dipendenti che già percepiscono l’assegno familiare. A regime l’assegno sarà dato dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età del figlio. Si attendono i decreti attuativi per gli importi in base alle varie fasce di reddito. Nella relazione di accompagnamento alla norma ponte già varata è esplicitato che «il decalage attualmente previsto non è quello che realisticamente verrà adottato per l’Assegno Unico e Universale a regime da gennaio». L’assegno unico a regime accorperà ben 6 sussidi e agevolazioni (i vari assegni familiari, quello di natalità, il bonus bebè, le detrazioni per i figli a carico). Resta invece il bonus asili nido che non verrà assorbito dall’assegno unico. Quest’ultimo - ha spiegato la ministra Bonetti - «fa parte di un altro pacchetto, che verrà reso strutturale, che è quello del sostegno alle spese educative previsto dal Family Act».

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