Assegno unico più ricco, conguaglio da 272 euro per oltre 500mila nuclei familiari

I pagamenti dell'Inps entro fine mese

Assegno unico più ricco, conguaglio da 272 euro per oltre 500mila nuclei familiari
di Giacomo Andreoli e Francesco Bisozzi
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Domenica 28 Maggio 2023, 21:46 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 12:25

Aumenta l’assegno unico per i figli. Entro la fine del mese l’Inps erogherà a mezzo milione di famiglie in media 272 euro in più. Il contributo di maggio sale per tutti coloro che non hanno ancora incassato il cosiddetto premio alla nascita, l’ex bonus “mamma domani” che il governo ha inglobato nell’assegno, ma anche per chi quest’anno ha un Isee più basso di quando è entrato nella misura. Ci sono poi le maggiorazioni che spettavano a gennaio e febbraio per l’adeguamento al costo della vita e quelle non ancora arrivate per chi ha figli disabili, magari con condizioni che nel frattempo si sono aggravate. 

Insomma, con l’assegno di maggio verranno erogati sotto forma di conguaglio gli arretrati di quanto doveva essere dato alle famiglie già dallo scorso gennaio.

L’Istituto nazionale di previdenza, appena commissariato dall’esecutivo, giustifica il ritardo parlando di «un’elevata mole di riconteggi». Il ricalcolo ha riguardato per l’esattezza 512 mila famiglie e complessivamente ha determinato un’erogazione aggiuntiva di circa 140 milioni. 

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CHI PERDERÀ SOLDI

Non tutti però avranno soldi in più. L’Inps, infatti, sta anche recuperando gli importi erogati in misura superiore a quanto spettava. A 378.000 famiglie verrà chiesto di restituire 15 milioni di euro. Sono circa 41 euro a beneficiario. La somma sarà rateizzata in più tranche, il cui importo non sarà comunque mai superiore a un quinto del debito totale. «Gli utenti - ha spiegato l’Inps in una nota - saranno informati della variazione dell’assegno con un sms e un messaggio e-mail e potranno approfondire le modalità di calcolo rivolgendosi al Contact Center oppure alle sedi dell’Istituto».

Da questo mese, poi, è cambiato il calendario dei pagamento dell’assegno unico. Anche per questo molte famiglie non hanno ancora ricevuto il pagamento e altre lo hanno avuto in ritardo. In particolare sono state fissate due finestre: la prima va dal 10 al 20 del mese e riguarda le famiglie che rispetto al mese precedente non hanno avuto variazioni del contributo. In caso contrario il pagamento viene fatto tra il 20 e il 30 del mese. 
Questo vale se cambia l’Isee o se ci sono nuove condizioni del nucleo familiare che beneficia dell’assegno. Ogni famiglia ha l’obbligo di comunicare se il proprio figlio non è più uno studente, se c’è stata una separazione, se è stato diviso diversamente l’assegno tra i genitori o se le condizioni di disabilità del minore si sono aggravate.

LA DIVISIONE TRA REGIONI

Nel 2022 l’assegno unico per i figli è costato allo Stato circa 13 miliardi, coinvolgendo nel primo trimestre del 2023 4,4 miliardi per 9,4 milioni di figli. Le somme quest’anno sono state indicizzate all’inflazione, al pari delle soglie Isee a partire dalle quali si determina la cifra da corrispondere agli aventi diritto. Oggi l’importo medio per figlio parte da 54 euro per chi non presenta Isee o supera la soglia massima (pari a 43.240 euro) e arriva a 215 euro per la classe di Isee minima. Ma il governo Meloni con l’ultima legge di Bilancio ha anche introdotto maggiorazioni per le famiglie con figli piccoli e per quelle più numerose. Al momento l’importo medio mensile per richiedente è di 249 euro, cioé 157 euro per figlio. Beneficiano della prestazione anche i percettori del reddito di cittadinanza. In questo caso l’integrazione media per nucleo risulta pari a 193 euro al mese, mentre l’importo medio per ciascun figlio è di 115 euro. A livello territoriale è interessante notare che l’importo medio erogato per figlio raggiunge il picco massimo in Calabria, dove tocca quota 168 euro. Seguono la Sicilia e la Campania, rispettivamente con 161 e 157 euro. Nel Lazio l’asticella si ferma a 139 euro. E più si sale verso Nord più le cifre si abbassano. In Lombardia l’assegno unico universale vale in media 135 euro a figlio, 132 in Piemonte e 120 in Veneto. Oltre 3,4 milioni di figli (su un totale di 8,7 milioni) ricevono l’importo massimo. Circa 3,3 milioni si accontentano invece di 54 euro, perché non hanno presentato l’Isee o ne hanno uno sopra la soglia dei 43 mila euro. 

Intanto con l’ultimo decreto Lavoro ha previsto un ulteriore aumento dell’assegno di 30 euro al mese, che sarà riconosciuto da giugno, per i minori che appartengono a nuclei familiari con un genitore vedovo e lavoratore. Ma per contrastare la denatalità l’esecutivo ragiona sul rendere l’aiuto ancora più corposo per le famiglie numerose o con neonati a partire dal 2024.

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