In particolare, Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A. e Previmedical S.p.A. avrebbero svolto una pratica commerciale aggressiva, consistente in condotte e omissioni volte a ostacolare l'esercizio dei diritti che derivano dal rapporto contrattuale, inducendo i consumatori/assicurati a rinunciare alle prestazioni economiche e assistenziali cui avrebbero diritto.
Gli assicurati, spiega l'Antitrust, si sarebbero infatti trovati a fronteggiare richieste di documentazione probatoria eccessiva, ritardi nel rilascio delle autorizzazioni alle prestazioni dirette ovvero ritiro dell'autorizzazione già rilasciata, difficoltà/impossibilità di accedere ai call center delle società per chiedere informazioni, mancata erogazione di rimborsi senza apparente motivazione o sulla base di motivazioni pretestuose, valutazioni sulla congruità delle prescrizioni rilasciate dai medici ai consumatori, inadeguatezza e scarsa trasparenza nella gestione dei reclami.
Inoltre, sia RBM sia Previmedical avrebbero realizzato una pratica commerciale ingannevole diffondendo a mezzo stampa un messaggio pubblicitario in cui la "Polizza stop liste di attesa di RBM" verrebbe prospettata, contrariamente al vero, come soluzione per chi è "stufo dei tempi del Servizio Sanitario Nazionale". Una condotta che, se verificata, violerebbe gli articoli 20, comma 2, 21 e 22, del Codice del Consumo.
Ieri, 25 novembre, sono state condotte verifiche ispettive nelle sedi delle due società coinvolte nell'istruttoria, in collaborazione con il Nucleo Speciale della Guardia di Finanza.
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