Tale nostra scelta, spiega l'Usb in una nota, "non nasconde la profonda preoccupazione sullo stato in cui si trova il progetto di rilancio di Alitalia: si sono persi mesi preziosi dietro i tempi di partner privati che si stanno rivelando alquanto indecisi su tutto, mentre discutono di un piano le cui indiscrezioni parlano di 2000 esuberi. Oggi, con l'ultimo rinvio al 15 ottobre per il closing dell'offerta unito alle vicissitudini di Atlantia, si potrebbe palesare un ulteriore prolungamento dei tempi dell'intera operazione che potrebbero mettere in sofferenza la Compagnia in amministrazione straordinaria che non fa investimenti da almeno due anni".
"Dopo aver passato quasi un anno a sollecitare ripetutamente l'iniziativa diretta del Governo a mettere in sicurezza Alitalia e i suoi 11.000 dipendenti, per USB - prosegue il comuniciato - sarebbe intollerabile assistere a una drammatizzazione senza senso che rischia di disperdere lo sforzo generoso di tutti i lavoratori che hanno assicurato la piena operatività e standard di servizio altissimi".
"Noi rimaniamo convinti che non esistano partner privati in grado di rispondere alla sfida di ridare all'Italia una compagnia aerea globale e che la nazionalizzazione sia l'unica soluzione concreta; domani chiederemo conto all'intero Governo dello stato dell'operazione e di dare la necessaria continuità sul progetto per non perdere più tempo prezioso", conclude l'Usb.
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