Alitalia, tensione e scontri in piazza. Stipendi salvi in extremis

Alitalia, tensione e scontri in piazza. Stipendi salvi in extremis
di Umberto Mancini
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Giovedì 22 Aprile 2021, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 09:19

Nuovo allarme rosso per gli stipendi degli 11 mila dipendenti Alitalia: solo nella tarda serata di ieri il Consiglio dei ministri è sceso in campo autorizzando il Tesoro a mettere una pezza temporanea alla drammatica situazione nella quale sta scivolando la compagnia. Probabilmente le tensioni esplose nel pomeriggio a Roma, sfociate in un duro scontro tra i dipendenti della compagnia e le forze dell'ordine, hanno agito da spinta. Un calvario già visto nei mesi scorsi, ogni volta risolto in extremis. Ma che Fit-Cisl, Cgil e Uil ritengono ormai inaccettabile. Anche perché la trattativa con Bruxelles langue e il decollo della newco si allontana ogni giorno di più. Non solo. Si avvicina la fine del mese quando arriverà, con ogni probabilità, la sanzione per gli aiuti di Stato (1,3 miliardi) concessi al vettore tricolore negli anni scorsi. Insomma, il tempo stringe mentre il negoziato, a dispetto dell'urgenza, si avvita su se stesso.

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La via d'uscita

L'auspicio dei sindacati, accolto dall'esecutivo solo in serata, è l'anticipo immediato degli indennizzi chiesti all'Europa, ma non ancora arrivati a causa delle presunte lentezze dell'attività commissariale.

Si tratta di circa 50 milioni che consentono di pagare gli stipendi, i fornitori e di evitare di lasciare a terra i pochi aerei, circa 30, che ancora volano. E' stato il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti ad ottenere l'ok del Consiglio dei ministri al pagamento degli stipendi di aprile senza l'autorizzazione preventiva della Commissione Ue. Uno strappo sui ristori necessario ad evitare il peggio. Ma che Bruxelles non vedrà certo con occhio benevolo e che peserà sulla trattativa già in salita.

Sopratutto la Cisl, ma anche la Uil è sulla stessa lunghezza d'onda, si augurano adesso si rompa gli indugi, consentendo ad Ita di affittare subito il ramo aviation, prescindendo dal via libera Ue. Su questo fronte c'è da registrare un siparietto curioso nel corso della conferenza stampa della vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, per presentare la proposta di legge sull'intelligenza artificiale. Interpellata sulla eventualità di consigliare al governo italiano l'uso dell'AI per risolvere il difficile negoziato con l'antitrust Ue, Vestager ha replicato che «in molti casi, un approccio concreto e una mentalità politica creativa è ciò di cui si ha bisogno».

Il documento segreto

Eppure di scelte creative è disseminato il percorso di Ita. Tra l'altro, proprio ieri è circolato un documento, di cui è ignota la mano, che propone di fare nascere dentro l'Alitalia in amministrazione straordinaria una società per gestire aerei e personale che dovrebbe chiamarsi Alitalia Cityliner, una sorta di duplicazione di Ita. Il documento di 12 pagine, con grafici e tabelle, mette in luce in maniera alquanto scolastica i possibili vantaggi, disegna le nuove rotte, assicura che in questo modo livrea tricolore e slot saranno conservati. Indica anche il numero di velivoli per partire (63), mentre verrebbero acquistati da Alitalia i servizi di manutenzione, quelli di terra a Roma e Milano, collaborando con Ita su più fronti.

Si parla di un possibile accordo di codesharing tra le compagnie e di una serie di sinergie per «preservare tutte le rotte attive nel 2019 e la flotta di 108 aerei». E, ovviamente, del federaggio. A Ita, secondo questo schema, resterebbe in sostanza il medio e lungo raggio, mentre Alitalia Cityliner si focalizerebbe sulle rotte nazionali con basi a Milano, Roma, Venezia. Alla gestione commissariale - che quindi prolungherebbe la sua costosa missione - sarebbe affidata la vendita dei servizi di manutenzione, di quelli a terra e dell'addestramento. Nonché tutti i servizi di flight operations. In questo modo anche i commissari potrebbero continuare a dire la propria nella gestione del trasporto aereo nazionale. Non è chiaro se il documento sia già nella mani del Mise, di certo, secondo fonti sindacali, dietro lo studio ci sarebbe proprio la volontà dei commissari di proporre una soluzione alternativa al piano industriale di Ita.

Escalation

Ma al di là delle proposte sul tavolo, concrete o potenziali, resta al momento solo l'esasperazione dei dipendenti che non sanno più a che santo votarsi. La Fnta, che raggruppa piloti e assistenti di volo, ha scritto una lettera a Bruxelles: «Bisogna andare oltre l'inaccettabile eccesso di zelo e le richieste ingiustificatamente discriminatorie che stanno, di fatto, rendendo impossibile il decollo di Ita», si legge nella missiva. Il 23 è prevista una nuova manifestazione che, senza interventi dell'esecutivo, potrebbe degenerare.

 
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