Alitalia diventa ITA, nominato il cda a 9: presidente è Francesco Caio. I nodi: esuberi e alleanze. Il testo del decreto

Alitalia diventa ITA, nominato il cda a 9: presidente è Francesco Caio. I nodi: esuberi e alleanze. Il testo del decreto
di Umberto Mancini
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Sabato 10 Ottobre 2020, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 09:32

Decolla ITA, (Italia Trasporto Aereo spa), la nuova compagnia aerea di Stato che nasce dalla ceneri di Alitalia. Partirà con un nome e un logo nuovi, circa 6.500 dipendenti, 90-100 aerei e l’obiettivo ambizioso di ritagliarsi un ruolo prestigioso sul mercato. Potrà contare su una dotazione finanziaria di 3 miliardi e dovrà presto trovare un alleato internazionale per reggere la sfida nei cieli.

Alitalia, via libera alla nuova società: Caio presidente, Lazzerini ad

Il via libera al decreto è arrivato ieri in serata, dopo oltre 4 mesi di attesa, insieme all’ok al nuovo cda.

Il ponte di comando della compagnia sarà di 9 membri, quattro indicati dal Pd (l’ad Fabio Lazzerini, il presidente Francesco Caio, Angelo Piazza e Cristina Girelli), tre dai 5Stelle (Frances Ouseley, Alessandra Fratini, Lelio Fornabaio), infine, uno a testa quelli proposti rispettivamente da Matteo Renzi (Simonetta Giordani) e dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte (Silvio Martuccelli). Si tratta di figure con attività professionali non proprio vicine al settore del trasporto aereo, di area comunque prevalentemente tecnica, come chiesto a gran voce dai sindacati, Cisl e Uil in testa. Ma prima di arrivare a questo compromesso, la lotta tra i partiti è stata all’ultimo sangue. I pentastellati hanno tentato fino all’ultimo di piazzare nel board l’attuale direttore generale Giancarlo Zeni, per poi cedere le armi di fronte al no secco dei democrat. Veti incrociati e scontri che consegnano un consiglio chiamato a delle grandi sfide e in cui le competenze specifiche sul comparto aereo sono di fatto appannaggio solo dell’ad. I candidati strettamente “politici“ sono stati eliminati dallo scontro interno alla maggioranza, si è arrivati così ad una sintesi molto diversa rispetto agli appetiti iniziali. 


IL BOARD
Alessandra Fratini è infatti una esperta legale specializzata nel Diritto comunitario, Cristina Girelli, manager, è stata già in Alitalia, Simonetta Giordani (ex dirigente Autostrade ed ex sottosegretario al Turismo), Lelio Fornabaio (commercialista), Silvio Martuccelli (avvocato e docente di Diritto civile alla Luiss), Frances Ouseley (ex numero uno di easyJet Italia) e Angelo Piazza (ex magistrato del Tar ednex ministro della Funzione pubblica nel governo D’Alema. 


Come accennato in serata è arrivato il via libera al decreto ad parte dei ministri dell’economia Roberto Gualtieri, delle infrastrutture Paola De Micheli, dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, per la costituzione della Newco per il trasporto aereo. «La Newco - spiega Gualtieri in un comunicato - rappresenta il primo passo verso la costituzione di un vettore di qualità capace di competere sul mercato internazionale». Poniamo le basi - spiega - per il rilancio del trasporto aereo italiano, attraverso la scelta di manager di primo livello e grande competenza in grado di elaborare e attuare un piano industriale solido e sostenibile». Soddisfatta anche la De Micheli che ha spinta molto in questi giorni per chiudere il dossier: «nasce la nuova compagnia aerea di bandiera, in netta discontinuità con il passato e che dovrà giocare un ruolo da protagonista sul mercato europeo e internazionale. Si tratta di una grande operazione industriale al servizio del Paese, a sostegno della competitività delle nostre imprese e per il rilancio del turismo italiano». 


E in effetti Ita sarà diversa da Alitalia potendo articolarsi, c’è scritto nel decreto, in più società. Presumibilmente una per il volo, una per la manutenzione e una per il personale di terra. 


Sarà ovviamente tutta pubblica e senza debiti che rimaranno invece nella vecchia società. Da Alitalia potrà, infine, ottenere in leasing gli aerei o acquisire altri rami d’azienda. 


Ma sarà il piano industriale a declinare la strategia, a definire l’articolazione societaria, mentre sarà necessario ottenere il via libera dall’Europa. «Era ora che arrivasse il decreto - ha commentato Salvatore Pellecchia, segretario della Fit-Cisl. «Da questo momento - ha aggiunto - inizia una nuova epoca e non bisogna sbagliare mosse a partire dall’elaborazione di un piano industriale ambizioso, che auspichiamo di conoscere al più presto». Esuberi, nuove rotte, alleanze sono i tre nodi da sciogliere in fretta. 
 

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